I deepfake sono ormai lo standard per frodi, furti di identità e truffe alle aziende


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L’ultima ricerca Trend Micro rivela come i cybercriminali utilizzino piattaforme e strumenti basati sull’intelligenza artificiale per lanciare attacchi pronti all’uso

Gli strumenti di intelligenza artificiale generativa sono sempre più potenti, convenienti e accessibili e i cybercriminali li utilizzano ormai in ogni tipologia di attacco, dalle frodi aziendali alle estorsioni e furti di identità. Lo rivela “Deepfake it ’til You Make It: A Comprehensive View of the New AI Criminal Toolset”, l’ultima ricerca Trend Micro, leader globale di cybersecurity.

Lo studio illustra la portata e la maturità che hanno raggiunto i deepfake in ambito cybercriminale. Questa minaccia, dopo l’iniziale momento di hype, è diventata una tattica comune per gli attaccanti, che sono riusciti a mettere in dubbio la fiducia nel mondo digitale, esponendo le aziende a nuovi rischi e accelerando i modelli di business criminali.

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“L’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella creazione di asset media non è più un rischio futuro, ma una minaccia reale alle imprese. Abbiamo rilevato molti casi di manager impersonati da malintenzionati, processi di selezione del personale compromessi e difese in ambito finanziario aggirate con sorprendente facilità. Questa ricerca vuole anche essere un avvertimento: le aziende devono essere preparate per la nuova era dei deepfake, il rischio è rimanere inesorabilmente indietro. Viviamo in un mondo dove non tutto ciò che vediamo può essere vero e la fiducia digitale deve essere ricostruita dalle fondamenta”. Afferma Salvatore Marcis, Country Manager di Trend Micro Italia.

Lo studio rivela che i cybercriminali non hanno bisogno di competenze tecniche per lanciare un attacco, ma utilizzano piattaforme che generano video, audio e immagini pronti all’uso. Questi strumenti sono pensati appositamente per creare deepfake realistici in grado di ingannare aziende e organizzazioni: sono economici, facili da utilizzare e incredibilmente capaci di oltrepassare i sistemi per la verifica delle identità e i controlli di sicurezza.

La ricerca sottolinea come l’ecosistema cybercriminale sia in continua crescita e gli attaccanti, grazie a queste piattaforme, siano in grado di eseguire truffe convincenti:

  • La truffa del CEO è sempre più difficile da individuare, poiché i malintenzionati utilizzano finti audio o video per impersonare i responsabili aziendali durante meeting in tempo reale
  • I processi di selezione del personale vengono compromessi da falsi candidati che utilizzano l’AI per superare i colloqui, con l’obiettivo di ottenere accesso ai sistemi aziendali
  • Le organizzazioni nel settore dei servizi finanziari registrano una crescita di deepfake che provano a oltrepassare la verifica KYC (Know Your Customer), al fine di riciclare denaro attraverso credenziali falsificate e in modalità anonima

Nell’underground cybercriminale si possono trovare tutorial, toolkit e servizi che aiutano a semplificare queste operazioni, ad esempio manuali che illustrano come aggirare le procedure di onboarding passo dopo passo, o strumenti plug-and-play per lo scambio e la modifica di volti. La barriera all’ingresso dovuta alle competenze tecniche è ormai molto bassa.

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Le truffe alimentate dai deepfake sono sempre più frequenti e complesse, le aziende hanno il dovere di organizzarsi proattivamente per ridurre al minimo l’esposizione al rischio e proteggere persone e processi. Una corretta strategia aziendale include percorsi formativi sui rischi di social engineering, la revisione dei processi di autenticazione e soluzioni per il rilevamento di media sintetici.





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