Una storia di servilismo idiota


di Alessandro Volpi – 13/07/2025

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Fonte: Alessandro Volpi

La lettera che Trump ha inviato ai paesi dell’Unione europea in cui annuncia dazi al 30%, con la minaccia di un aumento ulteriore in caso di reazioni negative, è il risultato più chiaro di un incredibile servilismo. Fin dalla sua elezione Trump ha insultato gli europei in tutti i modi, li ha accusati apertamente di aver impoverito gli Stati Uniti, di essere dei parassiti, ed ha attuato politiche conseguenti con ondate di dazi che sono progressivamente cresciuti. A fronte di ciò, l’Unione europea non solo non ha reagito, ma ha blandito, omaggiato e in alcuni casi, a partire dal governo Meloni, ha esaltato il super presidente americano. Trump ha così ottenuto tutto quello che voleva, dal riarmo a spese degli europei, al finanziamento europeo della guerra in Ucraina, alle dichiarazioni anti cinesi, ad una vera e propria dichiarazione di guerra alla Russia, finalizzata a rendere gli europei ancora più dipendenti dal gas americano. Nel frattempo i risparmi europei, drenati dai grandi fondi Usa – anche questi ricevuti in pompa magna dalla leader Meloni -, hanno continuato a trasferirsi negli Stati Uniti o a sostenere società europee dove l’azionariato dei grandi fondi Usa è dominante. Nel frattempo imprese europee, e italiane in primis, hanno rafforzato i propri stabilimenti negli Stati Uniti, mentre l’ineffabile ministro Giorgetti ha definito un “onorevole compromesso” la decisione con cui gli Stati Uniti non riconoscevano la Minimum global tax e sostenevano che le imprese Usa non avrebbero pagato nemmeno un euro ai paesi europei. Soprattutto gli europei hanno dimostrato con massima evidenza che non hanno alcuna intenzione di colpire gli Stati Uniti  nel cruciale settore dei servizi e delle piattaforme che hanno proprio in Europa il loro principale mercato. Quindi nessuna applicazione vera del Digital Service Act ed, anzi, a tutela degli interessi delle big tech Usa, i ministri delle finanze dell’europgruppo hanno nominato un irlandese loro presidente! in pratica i ministri delle finanze europei hanno scelto di farsi guidare dal ministro di un paese che è un paradiso fiscale e attraverso il quale proprio le big tech Usa non pagano in Europa un euro di tasse. Ora, di fronte ad una situazione di questo genere, di fronte ad un così smaccato servilismo, Trump che cosa avrebbe dovuto fare? E’ evidente che ha capito di avere dei vassalli compiacenti e dunque ha deciso di tassarli senza alcuna indulgenza. Viva l’Europa!





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