Giuseppe Spadafora, presidente di Unimpresa: “Le banche devono tornare a fare il loro mestiere, cioè finanziare l’economia reale”
Roma. Tra dicembre 2022 e maggio 2025 il credito erogato dalle banche alle imprese ed alle famiglie italiane si è ridotto di oltre 55 miliardi di euro. Precisamente si è passati da 1.327,6 miliardi a 1.272,5 miliardi, con una flessione pari al 4,15%.
A denunciare il calo drastico del credito concesso dagli istituti bancari italiani è il Centro Studi di Unimpresa.
«L’allarme lanciato ieri dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, all’assemblea dell’Abi è corretto e pienamente condivisibile: le banche devono tornare a fare il loro mestiere, cioè finanziare l’economia reale. I dati sul credito lo confermano: in tre anni sono stati ritirati oltre 55 miliardi di euro di prestiti alle imprese e alle famiglie, con effetti devastanti soprattutto sul medio-lungo termine per le aziende e sui prestiti personali per i nuclei familiari. È un segnale evidente di una tendenza pericolosa, che rischia di inaridire le radici della crescita» dichiara il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora.
Il comparto delle imprese ha perso complessivamente 47,9 miliardi di euro rispetto a dicembre 2022, registrando una contrazione del 7,40%, da 647,0 miliardi a 599,2 miliardi. Il dato più preoccupante riguarda i prestiti oltre i 5 anni, scesi da 347,1 miliardi a 291,0 miliardi (–16,17%), segno di una forte riduzione degli investimenti produttivi di lungo periodo.
Stabili i finanziamenti a breve termine (–2,0%) e in crescita quelli tra 1 e 5 anni, saliti a 165,7 miliardi (+7,2%). Sul fronte delle famiglie, il credito totale si è attestato a 673,3 miliardi a maggio 2025, in calo di 7,2 miliardi rispetto ai 680,6 miliardi del 2022 (–1,06%). Cresce il credito al consumo, passato da 114,9 miliardi a 129,2 miliardi (+12,52%), mentre i mutui risultano in lieve aumento (+0,95%).
«Servono meno burocrazia, più coraggio nell’erogazione del credito e una visione meno restrittiva nella valutazione del merito creditizio, soprattutto per le piccole e medie imprese. Altrimenti, tra inflazione che rallenta troppo lentamente e investimenti che si contraggono, il motore produttivo del Paese si spegne. La politica monetaria deve fare la sua parte, ma è altrettanto necessario che il sistema bancario ritrovi il suo ruolo storico e sociale di leva per lo sviluppo» conclude Spadafora.
Meno credito alle famiglie da parte delle banche, da fine 2022 -55 miliardi di euro
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