Dazi, per l’Italia un danno da 35 miliardi di euro


“A seguito della notizia arrivata poco fa della introduzione da parte dell’Amministrazione Trump di una tariffa doganale del 30%”, l’Ufficio studi della CGIA stima “in via molto prudenziale, che l’impatto economico sulle esportazioni italiane potrebbe aggirarsi attorno ai 35 miliardi euro all’anno”. Lo afferma Paolo Zabeo, Coordinatore Ufficio studi CGIA. “Settori più colpiti: medicinali, preparati farmaceutici; autoveicoli; navi e imbarcazioni; macchinari; bevande (vini); prodotti raffinazione petrolio; abbigliamento; occhialeria; gioielleria e mobili”. “Sono arrivate le letterine di Trump che preannunciano dazi al 30%. E pensare che Meloni si era candidata a ‘pontiera’ per “zero” dazi, poi aveva detto che andavano bene anche al 10%, con oltre 100mila posti di lavoro a rischio. Una trattativa assurda, da dilettanti” scrive su X il leader dei 5 stelle, Giuseppe Conte, puntando il dito contro “Meloni e soci, fini strateghi che hanno concesso tutto e subito senza ottenere praticamente nulla”. I dazi al 30% annunciati dal presidente Usa Donald Trump sui prodotti europei potrebbero costare alle famiglie statunitensi e all’agroalimentare italiano oltre  2,3 miliardi di euro. E’ quanto emerge da una stima Coldiretti, effettuata sulla base dell’impatto per le filiere nazionali già sperimentato in occasione delle tariffe aggiuntive imposte dal tycoon nel suo primo mandato, che aveva portato a un calo delle vendite a doppia cifra per i prodotti colpiti. “Dopo la decisione europea di aumentare il proprio contributo alla Nato per superare quello degli Stati Uniti – afferma il segretario generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo – la scelta americana di colpire il nostro agroalimentare con dazi punitivi appare profondamente ingiusta e del tutto asimmetrica. Non si può chiedere all’Europa maggiore responsabilità strategica e poi penalizzarla economicamente sul commercio. Serve uno scatto di lucidità da parte di tutti: ci auguriamo che un supplemento di razionalità, non solo diplomatica, riporti la discussione sul terreno del buon senso e dell’equilibrio tra alleati”. L’annuncio del presidente degli Stati Uniti Trump di dazi al 30% sui prodotti europei rischia di assestare un duro colpo all’export italiano negli Usa, in particolare alle micro e piccole imprese. È l’allarme di Confartigianato che mette in evidenza il valore delle nostre vendite negli Usa: nei dodici mesi a fine aprile 2025 ammonta a 66,6 miliardi di euro. Di questi, ben 17,87 miliardi di euro provengono dalle piccole imprese. L’annuncio dei nuovi dazi arriva in un contesto già fragile: nel primo quadrimestre 2025, a fronte di una crescita complessiva dell’export verso gli Usa dell’8,2%, il comparto manifatturiero (escluso il farmaceutico) registra una contrazione del 2,6%. Secondo Confartigianato, le regioni italiane più esposte all’effetto dazi per la forte quota di export delle piccole imprese verso gli Stati Uniti sono: Lombardia: 4.419 milioni, con la moda al 45,5%; Veneto: 3.094 milioni di euro, con gioielleria e occhialeria al 56%; Toscana: 2.943 milioni, con moda (51,6%) e alimentare (21,8%); Emilia-Romagna: 1.636 milioni dominati da alimentare (52,9%) e moda (21,5%). Marco Granelli, presidente della confederazione, lancia un appello: “L’Italia e l’Unione europea mantengano aperto il dialogo con Washington. Allo stesso tempo, chiediamo al Governo misure concrete per sostenere la competitività internazionale delle nostre imprese”. Sull’imposizione di dazi del 30 percento  sulle esportazioni dell’Ue verso gli Usa ”ora serve mantenere tutti  la calma e avere i nervi saldi. Non possiamo compromettere i nostri  mercati finanziari. E’ ovvio che la lettera arrivata dagli Stati Uniti è una sgradevole volontà di trattare”. Così il presidente di  Confindustria, Emanuele Orsini, commenta la lettera di Trump inviata  all’Ue: tariffe al 30% dal 1 agosto e raddoppio in caso di ritorsione. La prima a uscire con una nota è stata la segretaria del PD Schlein, a ruota le dichiarazioni degli altri esponenti delle opposizioni. Il leader di Avs Nicola Fratoianni in un post su Facebook: “Trump fa il gangster: ha appena rovesciato il tavolo delle trattative sui dazi con l’Unione Europea e ha annunciato l’introduzione di dazi al 30% per le merci europee da vendere negli Usa. Dazi che ovviamente riguardano anche l’Italia. A nulla sono servite le vagonate di miliardi di euro che gli Stati europei stanno garantendo all’industria bellica americana, come per altro avevamo previsto. A Trump non basta”. Poco prima in una nota il capogruppo M5s al Senato, Stefano Patuanelli: “Altro grande risultato di Giorgia Meloni, e anche di Von der Leyen. Dopo aver ingurgitato il Patto di Stabilità, il riarmo Ue, il 5% Nato, il Gnl americano, la chiusura della Via della Seta, l’esclusione degli Usa dalla Global Minimun Tax, ora ci troviamo dazi almeno al 30%. Un Nobel per l’economia subito!”. Anche il leader di Italia Viva Matteo Renzi interviene sui social: “Dazi al 30%, e dunque Trump dichiara guerra (commerciale) all’Europa. Chi negli ultimi mesi ha esaltato quotidianamente l’importanza della ‘relazione speciale’ tra Meloni e Trump oggi ha perso la voce. Muto all’improvviso. E del resto stanno tutti zitti i sovranisti alle vongole, tutti zitti quelli che dicevano che i dazi sono una opportunita’, tutti zitti quelli che dicevano ‘tranquilli, ci pensa Giorgia’. Spero che gli imprenditori di questo Paese si sveglino dalla cotta che hanno preso per un governo incapace e ininfluente. Spero che l’Europa si svegli, ora o mai più, uscendo dal letargo della burocrazia. E spero che chi per mesi ha occupato le tv e i media con la litania del ‘Giorgia Meloni è l’amica del cuore di Trump’ stia facendo le valigie per andare in ferie. Qualche settimana al mare, certo. E soprattutto qualche mese lontani dalle redazioni, dai talk, dai social. Alle ultime politiche hanno vinto i sovranisti ma il sovranismo uccide l’Italia che produce. A noi servono la libertà, la globalizzazione, gli accordi commerciali. Il contrario cioe’ di quello che vogliono Trump e i suoi servi inutili italiani”, aggiunge il leader Iv. “Dopo mille giorni di governo sovranista l’Italia di Meloni è più povera e ingarbugliata di prima. E chi lo nega mente”.



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