Un calo del credito bancario superiore ai 400 milioni di euro in dodici mesi. È questa la fotografia della situazione regionale scattata dalla Camera di Commercio dell’Umbria, che registra una flessione del 5,4% – tra le peggiori in Italia – con punte drammatiche nel settore delle costruzioni, in calo reale del 12%. A soffrire di più sono le imprese minori, penalizzate da una contrazione nei prestiti del 7,8%, ben oltre la media nazionale. In questo contesto, Confcooperative Umbria rilancia con forza l’appello a costruire un nuovo ecosistema del credito, equo e accessibile. Il presidente Carlo Di Somma evidenzia come le difficoltà di accesso ai finanziamenti stiano mettendo in crisi soprattutto i settori più fragili: servizi alla persona, cultura, costruzioni e agricoltura sociale.
“In Umbria, dove le micro e piccole imprese sono la regola, la chiusura del credito equivale a togliere ossigeno alle comunità”, dichiara. Da qui l’urgenza di un patto territoriale che valorizzi strumenti mutualistici e la finanza di prossimità, con un ruolo centrale per le cooperative di garanzia. Anche il segretario regionale Lorenzo Mariani punta il dito contro il disallineamento tra logiche bancarie e realtà imprenditoriale: “Le cooperative sono solide e generano valore sociale, ma vengono considerate a rischio per via di criteri troppo rigidi”. Mariani propone modelli alternativi di valutazione, come sistemi di rating partecipativo e piattaforme di co-investimento. Confcooperative condivide inoltre le proposte del presidente camerale Giorgio Mencaroni, che indicano tre direttrici di intervento: potenziare i sistemi pubblici di garanzia, rilanciare il ruolo della Cassa depositi e prestiti e creare reti territoriali evolute tra consorzi fidi, istituzioni locali, BCC e corpi intermedi. Fondamentale, per tutti gli intervenuti, il contributo delle Banche di Credito Cooperativo: radicate nel territorio, capaci di ascoltare e sostenere le piccole realtà anche in contesti rurali.
Lo sottolinea anche Chiara Nappini, responsabile dell’Area Credito di Confcooperative Umbria, che rivendica il lavoro quotidiano dell’associazione sul fronte dell’assistenza tecnica e della finanza agevolata. “Dietro ogni finanziamento negato c’è una cooperativa che rinuncia a investire, assumere, innovare. Serve un cambio di passo”. Di Somma e Mariani concludono con la proposta di aprire un tavolo permanente sul credito, con Regione, CCiaa, Cdp, Università e banche di prossimità. Obiettivo: affrontare le emergenze e progettare soluzioni stabili per sostenere imprese, occupazione e transizione verde. Perché – come ammonisce il comunicato camerale – “anche la migliore idea, senza credito, resta chiusa in un cassetto”.
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