- Il Family Index è un nuovo indicatore che misura quanto le aziende italiane siano attente al benessere delle famiglie e alla natalità.
- Valuta politiche concrete come flessibilità oraria, congedi parentali, servizi per l’infanzia, reinserimento dopo la maternità e parità di genere.
- L’obiettivo è promuovere un welfare aziendale moderno, contrastare il calo demografico e sostenere la crescita sostenibile del Paese.
In un momento storico segnato da una profonda crisi demografica, il Family Index si presenta come una novità rilevante per il mondo del lavoro italiano. Si tratta di un indicatore ufficiale che misura quanto un’azienda sia “family and natality friendly” ovvero attenta al benessere delle famiglie e alla genitorialità dei dipendenti, con l’obiettivo di promuovere una cultura d’impresa più inclusiva, sostenibile e orientata al futuro.
Presentato ufficialmente a Roma il 18 giugno, il progetto è promosso dalla Fondazione per la Natalità, dal Forum Nazionale delle Associazioni Familiari e dall’Osservatorio Ethos della Luiss. L’indagine, da condurre a livello nazionale, prevede un modello di valutazione scientificamente validato e la raccolta delle migliori pratiche adottate dalle imprese.
Queste esperienze saranno valorizzate attraverso un dossier pubblico. L’obiettivo non è quello di stilare una semplice classifica, ma di generare un processo virtuoso basato sulla consapevolezza, sul miglioramento continuo e sulla condivisione delle strategie più efficaci a favore della famiglia.
Perché il supporto alla genitorialità è cruciale per la crescita del Paese
Secondo i dati ISTAT aggiornati al 2024, l’Italia ha registrato appena 379 mila nuove nascite, a fronte di oltre 663 mila decessi. Questo si traduce in un deficit che pesa sulla sostenibilità sociale ed economica del Paese. Il tasso di natalità, fermo a 6,4 nati per 1.000 abitanti, è tra i più bassi d’Europa.
Senza un’azione immediata, il Paese rischia un calo significativo del PIL dovuto alla diminuzione delle nascite e all’invecchiamento della popolazione. L’assenza di politiche aziendali strutturate a favore della genitorialità contribuisce infatti alla riduzione della natalità, all’abbandono del lavoro da parte delle madri e a una crescente difficoltà nella gestione della vita familiare.
Infatti, il bilanciamento tra vita privata e lavoro (worklife balance) rappresenta una delle sfide più complesse per le donne che scelgono di diventare madri. In assenza di servizi per l’infanzia adeguati, come asili nido accessibili, flessibilità oraria e supporto territoriale, molte si trovano costrette a scegliere tra carriera e maternità.
Cos’è il Family Index e come funziona
Il Family Index rappresenta uno strumento avanzato di valutazione del welfare aziendale con un focus specifico sulla famiglia. Grazie a un sistema di criteri oggettivi, che si traduce in un coefficiente capace di misurare l’effettivo impatto delle politiche aziendali sulla genitorialità, l’indice analizza l’impegno concreto delle imprese nel supportare i propri dipendenti-genitori. Questo approccio consente di andare oltre la semplice presenza di misure formali, valutando l’efficacia reale di tali politiche.
Tra i principali fattori presi in esame figurano:
- la presenza di misure di flessibilità oraria e smart working, elementi fondamentali per favorire un migliore equilibrio tra vita privata e professionale. Secondo i più recenti studi, oltre il 60% dei lavoratori italiani considera la flessibilità oraria un requisito essenziale per la conciliazione famiglia-lavoro;
- il livello di integrazione dei congedi parentali, con particolare attenzione alla durata, alla facilità di accesso e alla reale fruibilità. Il Family Index valuta anche come le aziende promuovano l’utilizzo di questi congedi da parte di entrambi i genitori, contribuendo a superare gli stereotipi di genere;
- le politiche di rientro dopo maternità o paternità, un aspetto spesso trascurato ma cruciale per garantire la continuità lavorativa e la carriera dei genitori. Le aziende con programmi strutturati di reinserimento e supporto mostrano tassi di retention più elevati, con un miglioramento del 25% nella fidelizzazione dei talenti;
- i benefit per i figli e l’accesso a servizi per l’infanzia, come asili nido aziendali, convenzioni con strutture esterne o contributi economici. Queste misure rappresentano un sostegno concreto per le famiglie, soprattutto in un Paese dove solo il 23% dei bambini sotto i 3 anni ha accesso ai servizi di assistenza all’infanzia;
- l’attenzione all’equità di genere in retribuzione e carriera, fondamentale per creare un ambiente di lavoro inclusivo e paritario. Il Family Index verifica non solo le politiche formali, ma anche i risultati concreti in termini di differenze salariali e opportunità di crescita tra uomini e donne.
L’indice consente alle aziende di ottenere una certificazione che può essere utilizzata anche in chiave reputazionale e di employer branding, rendendo visibile l’impegno verso un welfare più moderno e responsabile.
Per attrarre e trattenere i giovani talenti, un’azienda deve impegnarsi concretamente nel promuovere il benessere familiare dei propri dipendenti. Il welfare non può più essere inteso come una semplice serie di benefit generici, ma deve trasformarsi in una leva strategica concreta a sostegno della formazione di nuove famiglie.
Welfare aziendale e natalità: un investimento, non un costo
Numerose ricerche confermano che le aziende family-friendly ottengono benefici concreti anche in termini di performance. Riduzione del turnover, maggiore produttività, incremento della soddisfazione interna e attrattività verso i giovani talenti sono solo alcuni dei vantaggi misurabili.
Il 72% dei lavoratori under 40, secondo il World Economic Forum, considera la possibilità di bilanciare vita e lavoro un elemento decisivo nella scelta dell’azienda. Ma, in Italia, solo il 25% delle imprese ha già adottato politiche strutturate a favore delle famiglie.
Per Partitaiva.it interviene sul tema Taryn Di Ventura, formatrice e consulente di orientamento professionale, che da anni si occupa di aziende family friendly. Come valuta l’introduzione del Family Index come strumento per misurare il supporto alla genitorialità nelle imprese? Introduce in effetti fattori più innovativi e utili per le aziende?
“Si tratta senza dubbio di uno strumento utile e necessario per misurare le politiche e le pratiche a sostegno della genitorialità, ma anche per attivare un circolo virtuoso di consapevolezza e diffusione delle best practice. È però fondamentale accompagnare questo percorso con un monitoraggio costante del sentiment dei dipendenti per evitare che si crei una distanza tra il dichiarato dell’azienda, delle certificazioni o indici e ciò che i lavoratori realmente percepiscono nella loro quotidianità.”
I vantaggi, per un’azienda family friendly, sono evidenti ad esempio in termini di miglioramento del clima aziendale e produttività. Allora perché si procede così a rilento? Quali sono gli ostacoli più comuni che le aziende italiane incontrano nel promuovere politiche a sostegno della famiglia?
“Credo che la principale difficoltà sia di tipo culturale: molte imprese italiane faticano a superare un certo tipo di modello organizzativo radicato, ancora troppo legato alla presenza fisica del dipendente sul posto di lavoro e al controllo del lavoro e c’è ancora molta diffidenza verso un approccio più flessibile. In secondo luogo ho notato che spesso si tende a considerare alcune soluzioni troppo costose e si parte sconfitti rinunciando in partenza, senza tener conto che esistono soluzioni diversificate con impatti economici variabili e che comunque nel medio-lungo periodo, i benefici ottenuti possono superare di gran lunga i costi. Perdere una risorsa costa molto di più che tenerla.”
In che modo le aziende possono utilizzare i risultati del Family Index per migliorare concretamente le proprie politiche interne? Quali consigli darebbe alle aziende che vogliono iniziare un percorso per diventare più “family friendly”?
“Il primo passo è ascoltare in modo attento e mirato i bisogni concreti delle persone, ad esempio attraverso indagini interne. Non serve partire da iniziative macro, a volte iniziare con interventi semplici ma ad alto impatto che rispondano alle esigenze reali dei lavoratori, può essere già un grandissimo passo. Bisogna poi considerare che per attuare politiche family friendly in modo efficace possono servire competenze specifiche che non sempre sono già presenti in azienda, quindi nel pianificare e rivedere i processi organizzativi e formare adeguatamente i manager, può rivelarsi utile farsi affiancare da esperti.”
Come vede l’evoluzione delle politiche family friendly in Italia nei prossimi anni?
“Spero che nei prossimi anni le politiche family friendly in Italia crescano di importanza e di poter vedere anche un rafforzamento al loro sostegno. Credo che le aziende più lungimiranti integreranno queste misure nei propri modelli organizzativi, puntando su cultura e benessere dei dipendenti, le altre rimarranno inevitabilmente indietro non essendo più attrattive anche e soprattutto per le future generazioni di lavoratori che viaggiano a velocità differenti rispetto al passato.”
Family Index: sostenere le famiglie per costruire il futuro
Aderire al Family Index significa per le imprese non solo misurare il proprio stato attuale, ma anche intraprendere un percorso di crescita e trasformazione interna. Le aziende che intendono migliorare il proprio punteggio devono avviare una revisione delle proprie politiche HR, sviluppando un piano di welfare aziendale capace di rispondere alle esigenze delle famiglie.
Inoltre, la comunicazione trasparente dei risultati ottenuti attraverso l’indice può rafforzare la reputazione aziendale nei confronti di investitori, fornitori, clienti e comunità locali, posizionando l’impresa come protagonista di un cambiamento positivo.
Il Family Index, in quanto strumento scientifico e misurabile rappresenta dunque una leva concreta per contrastare il declino demografico e promuovere un nuovo modello di sviluppo sostenibile. In un contesto economico che richiede visione e responsabilità, le imprese hanno l’opportunità di contribuire in modo determinante a un futuro più stabile, inclusivo e competitivo. Investire nel benessere delle famiglie non è solo una scelta etica, ma una strategia per garantire continuità, innovazione e crescita al tessuto produttivo italiano.
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