Migliorare la qualità dell’aria indoor per combattere l’asma


L’asma è una malattia infiammatoria cronica delle vie respiratorie che, a livello globale, interessa oltre 260 milioni di persone con un’incidenza del 7% tra gli adulti, che arriva al 9% tra i bambini e addirittura all’11% tra gli adolescenti.

I suoi fattori scatenanti sono eterogenei, comprendendo oltre a quelli genetici, una componente ambientale e una predisposizione familiare, ragione per cui è spesso difficile individuare tutte le cause e definire programmi di prevenzione efficaci.

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Una stretta correlazione con inquinamento e qualità dell’aria

L’asma risulta strettamente correlato a inquinamento e scarsa qualità dell’aria, fattori di rischio per lo sviluppo della malattia (o il peggioramento dei sintomi), in particolare tra i più piccoli. Per questa ragione, l’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato un decalogo per migliorare la qualità dell’aria negli ambienti chiusi.

Il ruolo chiave della qualità dell’area nei luoghi chiusi

«Conoscere la qualità dell’aria indoor svolge un ruolo fondamentale nella salvaguardia della salute delle persone con patologie respiratorie in generale, per la prevenzione primaria dell’asma e per la gestione della malattia in tutte le sue forme di gravità», ha sottolineato Gaetano Settimo, coordinatore del Gruppo di Studio Nazionale Inquinamento Indoor dell’Istituto Superiore di Sanità.

Del resto, viene stimato che il 90% del nostro tempo viene trascorso in ambienti chiusi: ne deriva che la quasi totalità dell’aria che respiriamo è indoor. «Le nostre abitazioni, le scuole, le palestre, gli uffici sono i tipici ambienti indoor dove spesso a nostra insaputa possono essere presenti numerose sorgenti inquinanti dell’aria sia di natura chimica – per esempio PM10, PM2,5, NO2, formaldeide, benzene, altri composti organici volatili-COV – sia di natura biologica – allergeni, acari come fonte di allergeni nella polvere, muffe che producono sostanze irritanti – comportando possibili rischi per la nostra salute e per quella dei nostri bambini» ha proseguito Settimo.

Senza dimenticare che l’asma è incluso nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell’ONU nonché nel Piano di Azione Globale dell’OMS.

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Per ridurre il carico di malattia è dunque essenziale puntare alla prevenzione primaria, riducendo le esposizioni all’inquinamento, sia indoor che outdoor.

Il decalogo ISS per migliorare la qualità dell’aria in ambienti chiusi

Il decalogo messo a punto dall’Istituto Superiore di Sanità sottolinea innanzitutto la necessità di arieggiare frequentemente i locali – aprendo spesso le finestre, di preferenza quelle più lontano dalle strade e dal traffico esterno – in particolare mentre si cucina, si pulisce o si stira.

L’ISS ricorda altresì che il pulito non ha odore, suggerendo così di non eccedere con l’utilizzo di detergenti per la pulizia, soprattutto con quelli contenenti candeggina o ammoniaca, leggendo sempre prima le indicazioni riportate in etichetta.

Raccomanda quindi di non fumare in locali chiusi, né le tradizionali sigarette, né quelle elettroniche o prodotti a tabacco riscaldato in quanto gli inquinanti rilasciati da questi prodotti rappresentano un rischio, in particolare per i più piccoli, e rimangono a lungo su pareti, tessuti e arredi.

Tra le ulteriori raccomandazioni, quella di far prendere aria agli abiti ritirati dalla tintoria prima di riporli negli armadi e di arieggiare con più frequenza l’ambiente in presenza di mobilio nuovo, oltre al limitare l’uso di insetticidi.

Per imbiancare le pareti, suggerisce la predilezione di prodotti con un quantitativo più limitato di inquinanti chimici oltre che di arieggiare bene gli ambienti prima di soggiornarvi.

Infine, il decalogo ricorda di passare sempre aspirapolvere e straccio umido in casa in presenza di animali domestici e, infine, che la presenza di piante da interno non riduce l’inquinamento in casa.

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