Gli aumenti di prezzo delle bollette di gas ed energia degli ultimi anni non coinvolgono solamente i privati cittadini, ma anche le aziende, per cui le utenze per capannoni, fabbriche, negozi e uffici pesano come uscite economiche periodiche. La situazione però non è omogenea: le piccole realtà infatti pagano molto di più rispetto a quelle grandi e strutturate.
A confermarlo è la CGIA di Mestre, che individua un peso economico per il gas che per le piccole imprese è esattamente il doppio rispetto a quelle grandi. Per l’elettricità invece le disparità non sono così marcate.
Quanto pagano le piccole imprese per le bollette del gas
Una differenza, quella tra il costo del gas per le piccole imprese e per le grandi aziende, che c’è sempre stata e che non coinvolge solamente l’Italia, ma anche altri paesi europei. Ma che nell’ultimo periodo sta arrivando a cifre da non sottovalutare, pesando sul tessuto imprenditoriale italiano.
Il paese infatti è composto per lo più da piccole attività, con meno di 20 lavoratori dipendenti, che costituiscono il 98% del tessuto imprenditoriale italiano. Negli ultimi anni, complici numerosi avvenimenti che hanno coinvolto da vicino la geopolitica e l’accesso alle risorse, ma anche speculazioni e rincari dovuti all’inflazione, il costo delle bollette è aumentato esponenzialmente.
Se da un lato le aziende strutturate possono fronteggiare facilmente i rincari, quelle più piccole rischiano una grande perdita economica. I costi più alti sono proprio a carico delle piccole attività. Ma quanto spendono mediamente? Questi sono i parametri individuati per il 2024:
- piccole imprese: 99,5 euro a megawatt-ora;
- grande aziende: 47,9 euro a megawatt-ora.
Un divario che nel tempo si è fatto sempre più ampio e per cui, come confermano i dati, di fatto le piccole realtà sono costrette a pagare il doppio rispetto a quelle grandi per il gas. Per l’energia elettrica invece le differenze sono ridotte:
- piccole imprese: 218,2 euro a megawatt-ora;
- aziende grandi: 140,4 euro al megawatt-ora.
Perché le piccole imprese pagano di più per il gas
La domanda viene spontanea: perché le piccole aziende si trovano a pagare così tanto in più rispetto a quelle più grandi? Le motivazioni sono diverse. Si parte dal fatto che le grosse realtà, comprando risorse per grandi volumi, possono accedere a tariffe generalmente più convenienti.
Ma il problema per cui si genera una differenza così grande è dato da tutte le spese intorno alla materia prima, ovvero i costi di rete: per il trasporto, per gli oneri di sistema e infine le imposte. I costi per la distribuzione del gas salgono specialmente se le piccole attività si trovano in luoghi difficili da raggiungere o in piccoli Comuni.
Poi, un altro fattore incide su questi costi, ovvero il fatto che grosse imprese energivore hanno in genere accesso a particolari sgravi fiscali, proprio perché consumano e acquistano grandi quantità di risorse. Al contrario, le più piccole sono generalmente tenute fuori da questo tipo di incentivo.
Le conseguenze dei rincari delle bollette
Se per i cittadini un innalzamento dei costi delle bollette può portare alla necessità di risparmiare su altri costi o di rivedere l’offerta a cui si aderisce, per le imprese questo problema potrebbe portare a conseguenze negative per tutto il business.
I rincari infatti mettono a rischio diversi comparti come quello del vetro, della ceramica, del cemento, della chimica, o ancora, il commercio e la ristorazione. Tutti i settori in cui si registrano gli aumenti sono anche quelli che più vengono esposti al rischio della sostenibilità complessiva dell’attività.
Per i piccoli artigiani e i lavoratori freelance poi questi costi possono in casi estremi portare anche alla chiusura dell’attività autonoma, se sommati ad altri fattori. Mentre vengono diffusi questi dati dalla CGIA di Mestre, Confimprenditori interviene chiedendo al governo una maggiore attenzione al potere di acquisto, sia delle famiglie che delle imprese.
Potere di acquisto che negli ultimi anni si è decisamente eroso, ma a cui non sono corrisposti aumenti di stipendi o di ricavi per lavoratori e imprese. Per questo motivo si chiede un intervento mirato che vada a detassare gli aumenti in busta paga fino alla soglia di 500 euro mensili. Una misura che sarebbe utile per le aziende, in un periodo in cui molte risorse vedono un aumento dei prezzi, per risparmiare sulle tasse che riguardano i lavoratori.
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