Roma, 28 giugno 2025 – Vittoria di Donald Trump sulla tassazione globale delle multinazionali. Il G7 ha infatti trovato un accordo sulla ‘global minimun tax’ con una “soluzione parallela” per gli Stati Uniti, che prevede l’esenzione dalla regola sull’inclusione del reddito e dalla regola sugli utili sotto tassati, in riconoscimento delle attuali regole fiscali minime statunitensi. La svolta, però, rischia di stravolgere la ‘global minimum tax’ su cui era stato raggiunto un accordo storico nel 2021 che puntava a porre fine alle pratiche di elusione fiscale delle multinazionali: in particolare le big tech statunitensi.
Il comunicato del G7
L’accordo parte dalla una proposta di ‘side-by-side’ avanzata dagli Usa, come spiega il comunicato della presidenza canadese. “Il segretario al Tesoro Usa aveva espresso la preoccupazione degli Stati Uniti riguardo le regole di secondo pilastro” concordate a livello Ocse e G20 in materia di elusione fiscale e profit shifting. Scott Bessent, prosegue lo statement “aveva proposto una soluzione parallela nella quale i gruppi a controllo Usa sarebbero stati esentati dalla regola di inclusione degli utili e dalla regola sui profitti non tassati, in virtù delle regole di tassazione minima esistenti negli Usa a cui sono soggetti”.
Nella nota si spiega quindi che “vi è una comprensione condivisa che un sistema affiancato potrebbe preservare importanti guadagni conseguiti dalle giurisdizioni nell’inclusive framework nell’affrontare l’erosione della base imponibile e il trasferimento degli utili e fornire maggiore stabilità e certezza al sistema fiscale internazionale in futuro”. “Questa intesa si basa sul nostro costante impegno a collaborare congiuntamente attraverso il Quadro inclusivo per affrontare i potenziali rischi di erosione della base imponibile e di trasferimento dei profitti”, prosegue la nota.
“L’attuazione di un sistema affiancato agevolerà ulteriori progressi nella stabilizzazione del sistema fiscale internazionale, compreso un dialogo costruttivo sulla tassazione dell’economia digitale e sulla salvaguardia della sovranità fiscale di tutti i Paesi”, conclude il testo.
Giorgetti: “Un onorevole compromesso”
Secondo il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, “l’accordo formalizzato è un compromesso onorevole trovato con l’amministrazione americana che protegge le nostre imprese dalle ritorsioni automatiche originariamente previste dalla clausola 899 dell’Obba all’esame del Senato Usa. Dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione e favorire il dialogo”.
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