sequestro da 4 milioni di euro ai furbetti del “bonus facciate”


Lavori mai eseguiti ma regolarmente fatturati che hanno creato crediti d’imposta fittizi, pratiche sul Superbonus falsificate, costi inesistenti per fantomatici lavoratori romeni distaccati in Italia inseriti nelle dichiarazioni dei redditi. Sulla base di questa ipotesi investigativa, la guardia di finanza ha eseguito un sequestro preventivo di beni per oltre 4 milioni di euro nei confronti di due società edili con sede nella provincia di Lecco, e del loro amministratore. 

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Saldo e stralcio

 

Pizzicati durante una verifica fiscale 

Le accuse, gravissime, spaziano dalla frode fiscale all’autoriciclaggio, passando per la truffa aggravata ai danni dello Stato per ottenere fondi pubblici. Il provvedimento è scaturito da due verifiche fiscali condotte dalle fiamme gialle di Cernusco Lombardone. Gli accertamenti hanno fatto emergere un complesso circuito fraudolento, mirato alla creazione e all’utilizzo indebito di crediti d’imposta inesistenti legati a interventi edilizi ed energetici.

Il meccanismo fraudolento: tre principali direttrici

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’amministratore – comune a entrambe le società – avrebbe simulato un contratto d’appalto tra le due imprese, fatturando lavori di rifacimento facciate mai eseguiti e generando così falsi crediti d’imposta da “bonus facciate”, poi ceduti a un’altra azienda collegata e utilizzati per compensare imposte dovute; inserito nelle dichiarazioni fiscali 2021-2022 costi inesistenti, legati a fatture emesse da due società rumene per fittizi distacchi di lavoratori in Italia; falsificato pratiche per il Superbonus 110% in tre condomini del Lecchese, presentando stati avanzamento lavori e asseverazioni non veritiere all’ENEA, pur in assenza (totale o parziale) degli interventi dichiarati. In due casi i crediti così maturati sono stati ceduti a terze società.

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

Sigilli a conti correnti, immobili e crediti d’imposta

Sulla base delle prove raccolte, la Procura ha ottenuto il sequestro preventivo per equivalente di beni nella disponibilità delle due società e del loro amministratore, volto a neutralizzare i profitti illeciti. Sono stati quindi bloccati conti correnti, immobili e crediti d’imposta ancora presenti nei cassetti fiscali delle società, impedendone l’ulteriore monetizzazione. L’operazione rappresenta un importante passo nella lotta agli abusi legati ai bonus edilizi e alla frode fiscale, che negli ultimi anni hanno generato allarmi crescenti per l’impatto sulle casse pubbliche.



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