«Oltre 23mila imprese artigiane pagano un conto salato»


«Le imprese artigiane hanno sempre dimostrato capacità di adattamento, ma non possiamo chiedere loro di affrontare in solitudine le problematiche legate ai costi energetici Oggi più che mai servono riforme strutturali e misure mirate per garantire la competitività», afferma Dall’Aglio, presidente Confartigianato Imprese. Il recente rapporto di Banca d’Italia dice che il peso dei costi energetici è oggi uno dei principali ostacoli alla competitività delle piccole imprese. Secondo l’analisi condotta su fonti Eurostat e ARERA, il prezzo dell’energia pagato dalle imprese italiane risulta 28,1 % più alto della media UE; il prelievo fiscale e parafiscale arriva addirittura a un +122 % rispetto agli omologhi europei, con un divario che diventa enorme proprio per le aziende più piccole. Dati che fotografano una realtà ben nota a Confartigianato Imprese Padova, che da mesi denuncia lo squilibrio del sistema energetico nazionale, aggravato da una struttura fiscale regressiva che penalizza proprio le microimprese, in particolare quelle artigiane.

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Nella provincia di Padova, l’artigianato conta oltre 23.600 imprese attive, che generano ogni anno 3 miliardi di euro di valore aggiunto, pari al 10,3% dell’intera economia provinciale. Si tratta di un tessuto imprenditoriale diffuso e dinamico, costituito prevalentemente da realtà collegate alla rete in bassa tensione, che proprio per questa ragione risultano tra le più penalizzate.

Una piccola impresa che consuma meno di 20 MWh l’anno si trova a pagare un carico fiscale 8,4 volte superiore rispetto a una grande azienda che consuma oltre 150.000 MWh. Questo squilibrio pesa in modo sproporzionato sulle aziende. In particolare, le imprese in bassa tensione – ossia la stragrande maggioranza dell’artigianato manifatturiero italiano – sono colpite da un prelievo di 60,56 euro per MWh, contro i 30,24 euro/MWh pagati dalle grandi utenze industriali in alta tensione.

«Le nostre aziende consumano meno ma pagano di più, un paradosso che si traduce in un ostacolo concreto alla competitività. In provincia di Padova, l’artigianato è un motore economico fondamentale. Non è accettabile che le imprese più radicate sul territorio, quelle che creano occupazione, innovano e presidiano le filiere produttive locali, si trovino costantemente svantaggiate da un sistema che premia chi consuma di più», dichiara il presidente Gianluca Dall’Aglio.

Il tema era stato portato all’attenzione anche delle istituzioni nazionali lo scorso febbraio, nel corso della conferenza stampa organizzata al Senato della Repubblica su iniziativa del Senatore Antonio De Poli. In quel contesto, Confartigianato aveva già ribadito la necessità di un intervento immediato e strutturale, chiedendo che almeno una parte degli oneri oggi in bolletta – come le agevolazioni per le imprese energivore e il meccanismo dell’“energy release” – venisse finanziata attraverso i proventi delle aste CO₂, come già sperimentato nel 2022. Si tratterebbe di un passo concreto per riequilibrare un sistema che oggi vede proprio le imprese minori contribuire in misura maggiore al sostegno di agevolazioni da cui sono escluse.

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Un aiuto concreto messo a disposizione da Confartigianato è lo Sportello SOS Energia, che da quasi 20 anni affianca imprese e famiglie nella scelta del fornitore più adatto alle esigenze degli utenti con il valido supporto del Consorzio CAEM.

Ma per l’associazione è importante guardare a un progetto di medio e lungo periodo come quello già proposto relativo alla copertura dei tetti con pannelli fotovoltaici che permetterebbe di soddisfare fino all’84,5% del fabbisogno energetico locale, come evidenziato da Smart Land in uno studio realizzato per Confartigianato. Un obiettivo possibile, se sostenuto da una politica industriale coerente.



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