Stato d’avanzamento del decennio digitale europeo: le raccomandazioni all’Italia


Il 16 giugno, la Commissione europea ha pubblicato il suo report annuale sullo stato d’avanzamento dell’iniziativa decennio digitale avviata nel 2021, con analisi specifiche per ciascuno Stato membro e con la formulazione di specifiche raccomandazioni.

La Commissione mette in evidenza come, a fronte delle attuali sfide geopolitiche, gli obiettivi del decennio digitale europeo siano più vitali che mai: adottando una prospettiva più ampia e integrata, il decennio digitale collega competitività, sovranità, sostenibilità e valori democratici. Sottolinea come la trasformazione digitale non sia solo una questione di stimolo all’innovazione e alla crescita, ma anche di promozione delle risorse strategiche più importanti per la sovranità, la stabilità e l’influenza globale dell’Europa.

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La Commissione sottolinea la crescente sofisticazione delle minacce attraverso i sistemi digitali rappresentata da disinformazione, attacchi alla sicurezza informatica, deepfakes e manipolazione degli algoritmi. Queste minacce, amplificate dalla diffusione dell’AI, hanno il potenziale di distorcere i risultati elettorali, allargare la polarizzazione sociale ed erodere la fiducia nelle istituzioni. Viene richiamato l’appena pubblicato sondaggio dell’Eurobarometro da cui emerge che l’88% degli europei (90% degli italiani) ritiene che il contrasto alla disinformazione e alle fake news sia una priorità, e nove intervistati su dieci ritengono urgente adottare misure per proteggere i minori online. Tre su quattro ritengono che la digitalizzazione contribuisca a rendere la loro vita più semplice (pari valore all’incirca per l’Italia); proiettando gli stessi dati emerge con preoccupazione il fatto che 100 milioni di persone in Ue valutano che la digitalizzazione può rendere la loro vita più complicata.

La Commissione mette in evidenza come queste sfide debbano essere affrontate attraverso la più ampia diffusione di alfabetizzazione digitale e preparando adeguatamente una forza lavoro specializzata nel settore informatico.

Valutando i progressi negli Stati membri nell’ultimo anno emerge uno scenario sbilanciato, rilevando risultati scarsi nella diffusione delle competenze, delle soluzioni tecnologiche innovative dell’AI e dei servizi cloud. Altri obiettivi quali la diffusione delle reti ad alta velocità, pur presentando risultati positivi, vengono valutati insufficienti per raggiungere target di diffusione al 100% al 2030 agli attuali ritmi. Si riporta che alcune sfide richiedono maggiori sforzi rispetto a quanto già programmato. É il caso della cibersecurity, i cui rischi sono stimati in aumento al 150% rispetto al 2024.

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Allo stesso tempo, emerge come fattore di preoccupazione anche la crescita della domanda di energia elettrica per i sistemi digitali. La Commissione riporta che, nel 2024, la domanda globale di elettricità è cresciuta di oltre il doppio rispetto alla media annua dell’ultimo decennio e che in proiezione il consumo globale di elettricità dei data center è destinato a più che raddoppiare. Questa crescita esponenziale della domanda di energia sta rapidamente superando lo sviluppo di un approvvigionamento energetico pulito e affidabile e la capacità di rete in tutta l’Ue. Affinché la domanda di energia non divenga un fattore limitante il dispiego delle tecnologie digitali, la Commissione evidenzia l’imperativo di rafforzare l’allineamento tra la transizione verde e quella digitale, come motore chiave della competitività e della sicurezza a lungo termine dell’Ue.

La Commissione riporta che tutti gli Stati membri hanno elaborato tabelle di marcia per il decennio digitale. Rispetto alle raccomandazioni dello scorso anno, la Commissione valuta che oltre il 45% mostra progressi notevoli (35%) o significativi (10%), mentre il 48% ha registrato solo progressi limitati e il 7% alcun progresso.

La Commissione richiama uno studio dei servizi del Parlamento europeo (Eprs) che dimostra come un livello elevato di ambizione e una capacità coordinata d’azione per la transizione digitale possa portare benefici all’economia dell’Ue per una crescita dell’1,48% del Pil.

Le raccomandazioni per l’Italia

La Commissione valuta, in sintesi, che l’Italia ha compiuto notevoli progressi nel potenziamento delle infrastrutture e dei servizi pubblici digitali, ma resta indietro nell’adozione dell’AI e nello sviluppo delle startup, pur mantenendo un ruolo di leadership in tecnologie strategiche come l’ingegneria quantistica e i semiconduttori. L’Italia ha fissato 14 obiettivi nazionali, il 79% dei quali allineato agli obiettivi Ue 2030, e sta seguendo molto bene le sue traiettorie, con il 100% di esse in linea. Inoltre, il nostro Paese risulta aver affrontato il 69% delle 13 raccomandazioni emanate dalla Commissione nel 2024 con l’introduzione di nuove misure.

Le nuove raccomandazioni sono:

  • fare passi avanti nell’acquisire posizioni di leadership nell’AI;
  • migliorare l’ecosistema nazionale per l’innovazione nelle tecnologie digitali mettendo a sistema università/centri di ricerca, start-up e scale-up, considerando l’introduzione di incentivi in settori strategici;
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  • supportare gli sforzi nella costruzione di un network di servizi di trasferimento di tecnologie mirato in particolare alle Pmi;
  • rafforzare le opportunità formative per tutti i gruppi della popolazione, nelle scuole, nella formazione professionale, nell’espansione delle competenze di alto livello per specialisti dell’informatica;
  • migliorare la cibersecurity in vista dell’evolversi delle minacce, sia nell’ambito privato che pubblico;
  • continuare negli sforzi per il dispiego delle reti, incluso nelle aree scarsamente popolate;
  • mantenere lo slancio nell’implementazione dei servizi pubblici digitali, concentrandosi sulla semplificazione e sull’adozione da parte degli utenti.

Sessione plenaria del Parlamento europeo

Dal 16 al 19 giugno si è tenuta la sessione plenaria del Parlamento europeo. Tra le diverse risoluzioni adottate emerge quella sulla relazione sull’attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza, in cui si esprime preoccupazione per il fatto che la scadenza del dispositivo per la ripresa e la resilienza nel 2026 comporti il rischio significativo di un calo sostanziale degli investimenti pubblici nelle priorità comuni europee. Il Parlamento esprime rammarico per l’insufficiente coinvolgimento degli enti locali e regionali, delle organizzazioni della società civile, delle parti sociali, dei parlamenti nazionali e di altri pertinenti portatori di interessi nell’elaborazione, nella revisione o nell’attuazione dei Pnrr, che peggiora i risultati strategici e conduce a una titolarità limitata. Osservando inoltre che il restante calendario di attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza è troppo breve per l’attuazione di molti progetti innovativi, chiede una proroga di 18 mesi dei progetti maturi del dispositivo per la ripresa e la resilienza attraverso una modifica del relativo regolamento del fondo di finanziamento europeo.

Nella risoluzione sulle reti elettriche: colonna portante del sistema energetico dell’Ue, il Parlamento puntualizza come negli ultimi cinque anni gli investimenti complessivi nella capacità energetica siano aumentati di quasi il 40%, mentre gli investimenti nelle infrastrutture di rete non siano stati al passo. Invita dunque gli Stati membri a esplorare, ottimizzare, ammodernare e ampliare pienamente la loro capacità di rete elettrica, comprese la trasmissione e la distribuzione, ritenendo che le reti elettriche rappresentino l’elemento centrale della transizione energetica al 2050.

Sessione plenaria del Comitato economico e sociale europeo

Diversi pareri su iniziative strategiche europee assunte anche nel quadro delle priorità della Commissione europea sono stati adottati dal Cese, riunito nella sessione plenaria del 18-19 giugno.

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Nel parere sul piano d’azione per l’implementazione del Pilastro europeo dei diritti sociali, il Cese chiede l’introduzione di un target sul lavoro di qualità, standard minimi per contrastare il lavoro in povertà e assicurazione contro la disoccupazione, riconoscimento del diritto alla formazione professionale, migliori condizioni di lavoro nel settore della cura e più forti protezioni per i giovani, una direttiva per contrastare i rischi psico-sociali, una “regola d’oro” per gli investimenti sociali nelle politiche fiscali. Il quadro di contesto deve includere un forte dialogo sociale e il coinvolgimento attivo della società civile, il miglioramento del monitoraggio e l’integrazione nel coordinamento macro-economico nel ciclo del semestre europeo.

Collegato agli stessi temi è il parere su come affrontare la perdita di potere d’acquisto e il rischio di aumento di disuguaglianze, esclusione ed emarginazione in cui il Cese ritiene che l’Ue debba rafforzare la propria capacità di prevenire e rispondere a crisi future, anche adottando uno strumento finanziario permanente per stabilizzare la spesa degli Stati membri di fronte a shock economici esterni. In quest’ambito sottolinea il ruolo dell’istruzione come potente strumento preventivo contro l’esclusione, l’emarginazione e le disuguaglianze e invita l’Ue e gli Stati membri ad aumentare gli investimenti in questo settore. Chiede, inoltre, un rafforzamento dei servizi essenziali e sociali con l’eliminazione delle barriere all’accesso e sottolinea la necessità di rafforzare l’uso delle valutazioni d’impatto distributivo nell’ambito del semestre europeo e del suo quadro di convergenza sociale.

Nel parere reindustrializzazione dell’Europa: un’opportunità per imprese, lavoratori e cittadini nel contesto della crisi del costo della vita, il Cese accoglie la bussola per la competitività e le iniziative collegate, evidenziando che il dialogo sociale, compresa la contrattazione collettiva, deve essere integrato nel processo di reindustrializzazione per rafforzare la dimensione sociale del mercato unico. Chiede inoltre alla Commissione, nel quadro dell’Unione delle competenze, di lanciare un programma europeo per promuovere l’apprendistato industriale, equamente retribuito. I percorsi formativi dovrebbero fornire strumenti per anticipare e gestire il cambiamento, offrendo un percorso di transizione equo che includa l’aggiornamento e la riqualificazione della forza lavoro. Il parere è stato adottato valutando l’impatto delle proposte con il test sui giovani del Cese.

G7 in Canada

Si è tenuta il 17-18 giugno a Kananaskis, in Canada, la riunione del G7 con la presidenza canadese di Mark Carney, la partecipazione dei capi di Stato e di governo e la presenza dei leader europei Ursula von der Leyen e Antonio Costa.

I leader del G7 nella dichiarazione adottata hanno concordato di collaborare sulla capacità di prevenzione e contrasto degli incendi boschivi, sul piano d’azione per i minerali critici, sul contrasto alla repressione transnazionale di dissidenti, giornalisti e difensori dei diritti umani, sulla lotta alla tratta dei migranti, sull’AI e le tecnologie quantistiche.

In una separata dichiarazione hanno condiviso valutazioni sui recenti sviluppi tra Israele e Iran, reiterando il loro impegno per la pace e la stabilità, affermando che Israele ha diritto di difendersi, che l’Iran è la principale fonte regionale d’instabilità e di terrore, ribadendo che siamo sempre stati chiari sul fatto che l’Iran non potrà mai avere un’arma nucleare, concludendo con l’esortazione affinché la risoluzione della crisi iraniana porti a una più ampia de-escalation delle ostilità in Medio Oriente, incluso un cessate il fuoco a Gaza.

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Altre novità

Tra le altre novità di rilievo si segnala, da parte della Commissione europea, l’adozione della proposta di regolamento europeo per chiudere le importazioni di gas e petrolio dalla Russia entro il 2027, dando seguito alla tabella di marcia adottata il 6 maggio, e un regolamento omnibus per semplificare le procedure per l’industria della difesa, dando seguito alle indicazioni del libro bianco sulla difesa presentato il 19 marzo (vedi terzo punto della rubrica Europa del 25 marzo). Il 16 giugno è stato adottato anche il report annuale sulla piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa.

Il Consiglio dell’Ue ha adottato il 19 giugno conclusioni in cui chiede misure per promuovere la parità di genere nell’era digitale, chiedendo l’adozione di misure volte ad affrontare le persistenti disuguaglianze di genere, con particolare attenzione alla discriminazione, ai pregiudizi e alla violenza nei confronti delle donne e delle ragazze nel mondo digitale.

In pari data ha concordato la sua posizione (orientamento generale) in merito a una nuova direttiva  che mira a migliorare e far rispettare le condizioni di lavoro dei tirocinanti e a combattere i tirocini “fittizi”, rispecchiando al contempo i diversi sistemi in vigore nei vari Paesi dell’Ue.

di Luigi Di Marco

 

Consulta la rassegna dal 16 al 22 giugno

 

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Copertina: Luigi Di Marco



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