la tassa al 50% sull’eredità minaccia un esodo di ricchi.


La Svizzera, da sempre sinonimo di stabilità, segreto bancario e sicurezza patrimoniale, è sull’orlo di un terremoto che potrebbe cambiarne il volto per sempre. Avvocati, banchieri e imprenditori lanciano l’allarme: una proposta di referendum per introdurre una tassa di successione al 50% sui grandi patrimoni sta gettando nel panico i ricchi residenti, minacciando di innescare una fuga di capitali e persone in stile britannico. Il paradiso sicuro non è più così sicuro.

A novembre, il popolo svizzero sarà chiamato a votare su un’iniziativa popolare che, se approvata, introdurrebbe un’imposta federale del 50% su eredità e donazioni superiori ai 50 milioni di franchi svizzeri (circa 61 milioni di dollari). Ma il vero veleno si nasconde in un dettaglio devastante: a differenza delle attuali imposte cantonali, la proposta non prevede alcuna esenzione per coniugi o discendenti diretti. Si tratterebbe di una vera e propria espropriazione intergenerazionale, un colpo mortale al cuore della pianificazione patrimoniale e della continuità aziendale per migliaia di famiglie.

Un Attacco Ideologico al Cuore del Modello Svizzero

L’iniziativa, lanciata nel 2022 dal partito dei Giovani Socialisti (un movimento di estrema sinistra), è stata presentata con la nobile scusa di raccogliere fondi per la crisi climatica. Tuttavia, secondo molti analisti, l’obiettivo reale è un attacco ideologico al modello di successo svizzero. “Il semplice fatto che questa proposta esista è dannoso e crea un’incertezza non necessaria,” ha dichiarato senza mezzi termini Frédéric Rochat, managing partner della prestigiosa banca Lombard Odier.

Il pericolo non riguarda solo i “super-ricchi” stranieri. La stangata colpirebbe duramente anche il tessuto connettivo dell’economia elvetica: le migliaia di piccole e medie imprese a conduzione familiare, il celebre Mittelstand, che vedrebbero il loro patrimonio, spesso legato all’azienda stessa, dimezzato al passaggio generazionale. Peter Spuhler, proprietario del colosso ferroviario Stadler Rail e uno degli uomini più ricchi del Paese, ha definito la proposta “un disastro per la Svizzera”, calcolando che i suoi eredi potrebbero essere costretti a versare allo Stato fino a 2 miliardi di franchi.

La fuga è già Iniziata

L’incertezza sta già producendo i suoi effetti tossici. Mentre giurisdizioni concorrenti come l’Italia (con la sua flat tax per i neo-residenti) e Dubai (a tassazione zero) srotolano il tappeto rosso per attrarre capitali, la Svizzera si auto-sabota. “In termini di capacità di attrarre chi lascia il Regno Unito, il danno è già stato fatto. La tempistica è stata terribile”, afferma Georgia Fotiou, avvocato dello studio Staiger.

Franco Svizzero

 

Le testimonianze dal fronte sono allarmanti. Rochat di Lombard Odier conferma di aver “visto famiglie residenti in Svizzera che hanno deciso di non correre alcun rischio e di trasferirsi prima ancora del voto”. Altri clienti stranieri, pronti a trasferirsi, hanno cambiato idea di fronte a una proposta “estremamente dannosa”. Un altro banchiere privato di Zurigo ha raccontato che un suo cliente di punta si è già trasferito in Liechtenstein perché, anche in caso di vittoria del “no”, “l’incertezza che una proposta simile possa ripresentarsi tra qualche anno li ha spinti ad andarsene”.

Il Voto di Novembre: Anche una Vittoria Potrebbe non Bastare

Sebbene il governo federale, entrambe le camere del parlamento e le lobby economiche come Economiesuisse abbiano respinto l’iniziativa, e gli esperti diano basse probabilità di successo al referendum del 30 novembre, la minaccia rimane. La reputazione di stabilità della Svizzera, già incrinata dal crollo di Credit Suisse e da nuove regolamentazioni finanziarie, subirebbe un colpo durissimo.

Il vero pericolo, sottolinea Rochat, è il margine del risultato. Se la proposta dovesse perdere di misura, la questione verrebbe probabilmente riproposta tra qualche anno, avvelenando il clima di fiducia per un decennio. “Deve essere bocciata con una maggioranza così schiacciante da poter mettere a tacere la questione per i prossimi 20 anni”.

Per i ricchi residenti, svizzeri e stranieri, il messaggio è chiaro: il castello dorato presenta delle crepe. La sola esistenza di questa proposta ha dimostrato che la prevedibilità, il bene più prezioso offerto dalla Svizzera, non è più garantita. E in un mondo globale dove i capitali si muovono con un click, l’incertezza è un rischio che molti non sono disposti a correre.


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