Pitti chiude in bellezza. Oltre 15mila visitatori: “Segnale incoraggiante”


“Per superare le criticità che sta vivendo il settore della moda, è importantissimo confrontarsi con il livello nazionale e con quello europeo”. Chiusi i battenti sulla 108ª edizione di Pitti Uomo, è l’ora dei bilanci ma anche dei programmi di lavoro su un doppio binario: uno per gli imprenditori e un altro per le istituzioni.

Per questo ieri Sara Funaro, in qualità di sindaca della Città metropolitana, è intervenuta al convegno ‘Le nuove sfide per la moda e il tessile in Europa’, in corso a Palazzo Medici Riccardi.

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Per prima cosa ha sottolineato i risultati straordinari di Pitti Uomo: “C’è stato uno sforzo importantissimo di organizzazione – ha detto –, oltre 740 marchi, più del 40% proveniente dall’estero. Per questo bisogna mantenere sempre un dialogo aperto, a maggior ragione in un momento storico come questo, perché sappiamo che è un settore che sta attraversando difficoltà e dove gli annunci di dazi e altre possibili misure possono aggravare la situazione”.

Intanto Pitti Immagine ha diffuso i dati sull’affluenza alla Fortezza da Basso nei quattro giorni del salone, confermando le buone previsioni della vigilia e mandando un messaggio positivo all’intero settore della moda e del lifestyle maschile e al mercato internazionale.

I buyers esteri sono stati 5.450, con un aumento di quasi il 3% rispetto a giugno 2024, mentre gli italiani poco meno di 6.000, sui livelli dello scorso anno, con una leggera diminuzione tra giovedì pomeriggio e ieri mattina, in coincidenza con gli scioperi nazionali dei trasporti.

I principali arrivi esteri sono stati da Germania, Regno Unito, Spagna, Olanda, Giappone, ma anche Turchia, Stati Uniti, Francia, Svizzera e Cina. Non sono mancati i russi. In totale la fiera ha chiuso con circa 12.000 compratori e oltre 15.000 visitatori.

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“Quando il presidente De Matteis in apertura di salone ha parlato, a proposito dei nostri espositori, di coraggio e responsabilità – dice Raffaello Napoleone, ad di Pitti Immagine – quello era un messaggio per tutto il mondo della moda e in particolare per la moda maschile. Questo insomma è il nostro modo di reagire alle difficoltà: Pitti Uomo è un simbolo e uno strumento concreto per la promozione e lo sviluppo degli scambi commerciali. Ed è tale in qualsiasi fase congiunturale, persino nelle epoche di transizione, come quella che stiamo vivendo. La risposta dei compratori, in arrivo da più di 100 paesi nei 5 continenti, è la migliore che ci potessimo aspettare”.

“Non è solo questione di numeri – aggiunge Agostino Poletto direttore generale di Pitti Immagine – perché l’atmosfera di questi quattro giorni è stata veramente positiva, fin dalle prime ore. Il merito principale va agli oltre 740 espositori che hanno creduto e investito nel salone, alle loro collezioni che incorporano memoria di alta manifattura insieme al talento innovativo, nei diversi canoni del vestire maschile”.

Olga Mugnaini



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