FEDERLAZIO: IMPRESE REATINE TRA INCERTEZZE GLOBALI E INNOVAZIONE – Sabinia TV


Federlazio Rieti presenta i risultati della consueta indagine congiunturale condotta su un campione di 500 PMI del Lazio, integrata da un sondaggio lampo effettuato su 100 imprese per analizzare gli effetti delle recenti tensioni commerciali, in particolare l’impatto delle nuove misure protezionistiche adottate dagli Stati Uniti.

L’indagine offre un quadro relativo al 2024 in chiaroscuro: se da un lato le piccole e medie imprese reatine mostrano resilienza con un saldo positivo delle nuove imprese attive, dall’altro lato sono cresciute le difficoltà con conseguente calo del fatturato, ad una leggera riduzione dell’export ed un ritorno, seppur limitato, alla Cassa Integrazione Guadagni.

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Migliori sono le previsioni per il 2025, anche se l’instabilità geopolitica cui si aggiungono i dazi USA fanno aumentare i timori per ricadute negative.

Nel dettaglio:

DEMOGRAFIA IMPRESE

Nonostante le difficoltà, l’andamento demografico del tessuto delle PMI della provincia di Rieti mostra un saldo, tra imprese cessate e nuove imprese, positivo (+1,9%) superiore al dato nazionale (+0,62%) ed a quello regionale (+1,63%).

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IL FATTURATO NEL 2024

 

 

 

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Dall’indagine condotta emerge una significativa diffusione di aziende che hanno registrato una contrazione di fatturato, in termini percentuali, superiore a quelle in crescita.

Le cause sono da attribuire all’incertezza connessa alle tensioni geopolitiche e all’aumento dei costi di materie prime ed energia .

Le criticità si concentrano sul comparto manifatturiero, che  in taluni casi hanno costretto le imprese al ricorso dalla Cassa Integrazione Guadagni per carenza di commesse; è di 531.000 il totale di ore di CIGO erogate a livello provinciale.

Il settore dei servizi, invece, mostra dinamiche più positive, così come il settore delle commesse pubbliche, che grazie al PNRR, resta un motore trainante.

Una leggera flessione, in controtendenza rispetto al dato regionale si registra sulle esportazioni con un saldo negativo di -2,7%.

Tra i fattori che hanno prodotto impatti giudicati molto o abbastanza negativi sulle PMI si segnalano:

● aumento dei prezzi di energia e gas (53,8%);

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● ritardi nei pagamenti da clienti privati (47,7%);

● inflazione in crescita (46,7%);

● incremento dei costi di materie prime e semilavorati (45,3%).

Le maggiori preoccupazioni per il futuro riguardano la riduzione dei consumi (35%), i costi energetici (32,1%) e l’accesso al credito e i tassi di interesse (29,2%).

Oltre a queste preoccupazioni: il 22,6% degli imprenditori segnala tensioni legate ai dazi USA .

 

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GLI INVESTIMENTI

Al quadro di contrazione di fatturato, segue  il calo nel numero delle imprese che nel corso del 2024 hanno fatto investimenti; solo il 39,1% delle imprese intervistante ha dichiarato di aver fatto nuovi investimenti  puntando soprattutto su formazione, marketing e sviluppo di nuovi prodotti.

La formazione si conferma prioritaria: il 49,5% delle imprese la indica come ambito d’investimento. Continua, ed è sempre più intenso, lo sforzo delle imprese nella formazione del personale anche grazie al ricorso ai fondi interprofessionali, per il tramite dei quali si cerca di colmare la carenza nel reperimento di manodopera qualificata.

Cresce anche l’interesse per l’Intelligenza Artificiale: il 56% ne ha una visione favorevole, con il 25% che ha già avviato azioni concrete e un ulteriore 18% in fase di valutazione.

L’OCCUPAZIONE

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Nonostante la contrazione del fatturato, nel 2024 si  è registrata una stabilità nei livelli occupazionali, con variazioni in aumento e in diminuzione che si equivalgono; tuttavia, un terzo delle imprese ha evidenziato la cronica difficoltà nel reperire manodopera qualificata, problema ormai da considerarsi strutturale.

 

 

 

 

 

Nel corso del 2024  ulteriori difficoltà sono state registrate nel reperimento dei materiali, dove il 42% delle imprese intervistate hanno dichiarato di aver incontrato difficoltà soprattutto a causa dell’aumento dei prezzi dei materiali.

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Focus: le imprese e i dazi USA

Dal sondaggio lampo svolto è emerso che   il 22,6% degli imprenditori segnala tensioni legate ai dazi USA ed un crescente allarme tra gli imprenditori.

In risposta, le PMI del Lazio indicano come prioritari: l’apertura di un dialogo diplomatico con gli USA (42%), la previsione di linee di credito agevolato per l’export extra-UE (35%), il sostegno diretto alle imprese colpite (32%), nuovi fondi pubblici per l’internazionalizzazione (30%), percorsi formativi per il riposizionamento sui mercati esteri (28%).

PREVISIONI E PROSPETTIVE

Nonostante i segnali di incertezza registrati nell’anno 2024, la rilevazione sulle previsioni di fatturato  prima delle ultime misure USA, mostrano un moderato ottimismo.

 

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La percentuale delle imprese che prevede un aumento del fatturato nell’anno in corso è pari al 30%, accanto ad un 45% che prevede stabilità ed a fronte di un 25% che stima una contrazione.

L’intervista ha tenuto conto anche della propensione agli investimenti, che costituisce un indice della vitalità delle imprese. A fronte di un 33,3% degli intervistati che non prevede di fare investimenti (si consideri che tra di queste vi sono imprese che hanno già sostenuto investimenti in passato), più del 50% delle imprese si dice pronto ad investire in funzione dell’andamento del fatturato (28,6% ) e in ragione delle eventuali opportunità che si dovessero presentare.

 

 

 

Il quadro previsionale si completa con la stima riguardante l’andamento dell’organico aziendale nel corso del 2025, dove è molto diffusa l’aspettativa di stabilità per l‘80% del campione intervistato, seppur vi è un 10% che prevede un aumento del personale.

Il dato è incoraggiante in quanto non vi sono imprese che prevedono una riduzione di personale.

 

Le imprese del reatino continuano a resistere, ma il sistema economico locale resta sotto pressione. È quanto emerge dall’ultima indagine congiunturale commentata dal Presidente di Federlazio Rieti, Alberto Cavallari, che fotografa una situazione fatta di tenacia, ma anche di sfide complesse.

“Dall’analisi dei dati – afferma Alberto Cavallari – risulta evidente che, nonostante le forti incertezze legate al complesso quadro geopolitico  internazionale e alle conseguenti tensioni commerciali, nel 2024 le imprese hanno resistito e si mostrano fiduciose per l’anno in corso. Le Piccole e Medie Imprese della nostra provincia hanno dimostrato ancora una volta grande capacità di adattamento, riuscendo a sostenere l’occupazione, pur in un contesto economico tutt’altro che semplice. Resta però il peso degli aumenti nei costi delle materie prime e dell’energia, che hanno inciso negativamente su quasi la metà delle aziende”.

Un altro segnale rilevante riguarda la formazione: “È in forte crescita – prosegue – la percentuale di imprese che ha investito nel rafforzamento delle competenze interne, anche grazie all’utilizzo dei Fondi interprofessionali. Un dato che assume un valore strategico, considerando le sempre maggiori difficoltà nel reperire manodopera qualificata, una criticità che nel 2024 ha colpito circa un terzo delle imprese del nostro campione”.

Una difficoltà che rischia di ostacolare i processi di innovazione, in un momento in cui oltre la metà delle imprese guarda con favore all’introduzione dell’intelligenza artificiale. “Sostenere questo slancio è fondamentale per non perdere competitività”.

Infine, l’appello alle istituzioni: “È importante – conclude Cavallari – che il sistema politico a livello nazionale, metta in campo interventi rapidi ed efficaci per sostenere il mercato interno e aiutare le imprese a competere all’estero. A livello locale la politica deve mostrare coraggio e passare dalle parole ai fatti. E’ necessario accelerare quanto più possibile il rilancio di quella parte del Consorzio Industriale del Lazio che insiste nei comuni di Rieti, Cittaducale e Borgorose,  ponendo in essere azioni finalizzate ad attrarre imprese, prima fra tutte l’acquisizione di capannoni dismessi e non più utilizzati. Senza un’azione concreta e coordinata, il rischio è un indebolimento strutturale del tessuto economico e sociale del nostro territorio”.



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