FALLIMENTO UFFICIALE – Una delle aziende auto più grandi d’Italia entra in crisi: lavoratori nel panico e stipendi bloccati | 6.000 posti a rischio


Grave crisi nel panorama delle auto: una delle aziende più note rischia il fallimento. Centinaia di lavoratori a rischio.

Un colosso dell’automotive sta crollando. Una decisione pesantissima è stata comunicata nelle ultime ore, lasciando migliaia di famiglie italiane in attesa, con il fiato sospeso.

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A rischio non ci sono solo i numeri, ma persone, vite, competenze. E il futuro di intere aree industriali del Paese.

La notizia è  riportata da money.it. Una delle più importanti aziende del settore ha avviato ufficialmente la procedura di fallimento. Gli stabilimenti restano aperti – per ora – ma la tensione è già alle stelle.

In gioco ci sono oltre 6.000 posti di lavoro solo sul territorio italiano. Alcuni impianti sono già in fibrillazione, i sindacati parlano apertamente di “panico tra i lavoratori”, e il Governo è stato chiamato a intervenire per scongiurare un disastro industriale.

Fallimento per la grande azienda auto

Solo a quel punto, con una nota che conferma le indiscrezioni, arriva il nome: Marelli, uno dei giganti mondiali della componentistica per auto, nato dalla fusione tra Magneti Marelli e la giapponese Calsonic Kansei. L’11 giugno 2025 ha ufficialmente fatto ricorso al Chapter 11, la procedura fallimentare statunitense pensata per ristrutturare i debiti pur mantenendo l’attività.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Una scelta che arriva dopo anni complicati, culminati con un debito che ha superato i 4 miliardi di dollari, spiega ancora il sito citato. Il fondo KKR, proprietario dell’azienda dal 2019, aveva cercato una via d’uscita, anche attraverso una potenziale cessione al gruppo indiano Motherson, disposto a mettere sul tavolo 700 milioni. Ma gli accordi con i creditori non sono mai stati raggiunti.

Aula di tribunale (Foto di Dragon White Munthe su Unsplash) – mandamentonotizie.it

Cosa ci aspetta adesso

Ora Marelli ha ottenuto un finanziamento da 1,1 miliardi di dollari, con cui garantire la sopravvivenza nell’immediato. “È la strada migliore per rafforzare il bilancio e convertire il debito in capitale”, ha dichiarato il CEO David Slump. Ma la partita vera si gioca nei prossimi 45 giorni, durante i quali potrebbero arrivare offerte che possano migliorare la situazione.

I sindacati hanno parlato di “estrema preoccupazione” e chiesto l’apertura urgente di un tavolo presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Il rischio è la dispersione di competenze, posti e stabilimenti, in un settore già duramente colpito. I siti più a rischio sarebbero quelli legati a Stellantis, come Melfi, Sulmona e Caivano. Ma nessuno dorme sonni tranquilli. “Non sono più tollerabili ulteriori rinvii”, avvertono i rappresentanti dei lavoratori. E ora tutti guardano a Roma: serve una strategia, prima che sia troppo tardi e che centinaia di lavoratori rischino di rimanere senza stipendio.



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