Elogio dell’errore, anche nella scienza. «Provando e riprovando si compiono imprese straordinarie»


Beatrice Mautino, Eva Munter e Chiara De Marchi – tre voci del mondo della comunicazione scientifica – raccontano i loro percorsi non lineari fatti di ostacoli, svolte improvvise, passione indomita. Tre storie diverse per un unico messaggio: la scienza è per tutte. Appuntamento a Milano lunedì 16 giugno per For Women in Science 2025, l’evento targato L’Oréal, Unesco con il supporto di StartupItalia

C’è chi ha riscritto da zero il proprio percorso lavorativo, chi ha lasciato la ricerca per raccontare la scienza con metodo e ironia, e chi ha trasformato la propria passione per la chimica in uno spazio digitale curato, rigoroso e accessibile. Durante For Women in Science 2025, l’evento targato L’Oréal Unesco e powered by StartupItalia, in programma il 16 giugno al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano, Chiara De Marchi, Beatrice Mautino ed Eva Munter porteranno sul palco la loro esperienza. Tre storie diverse, un unico messaggio: la scienza appartiene a tutte, a tutti.

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De Marchi: «Anche la scienza sbaglia. Perciò evolve»

Chiara De Marchi, divulgatrice scientifica e content creator, ha imparato sulla propria pelle che non esistono percorsi giusti o sbagliati, ma solo strade da costruire. Da bambina prendeva 4 in matematica, alle superiori collezionava debiti in fisica e chimica. Tutti le dicevano che le materie scientifiche non facevano al caso suo: «Se ti ripetono che non sei portata, finisci per crederci», racconta oggi, dopo una laurea in Scienze Biologiche conquistata tra figli piccoli, malattia cronica e una pandemia.

Dopo un diploma in un istituto linguistico-commerciale, prova senza successo i test di medicina e biologia. Finisce per iscriversi a mediazione linguistica, ma a cinque esami dalla laurea si ferma: «Ero lontanissima da ciò che sentivo mio». Nel 2009, coglie l’occasione di iscriversi a Scienze Biologiche a Ferrara. Ma la vita aveva altri piani: una diagnosi di colite ulcerosa la costrinse a interrompere gli studi.

Dieci anni dopo, Chiara è una madre, una freelance, una fotografa. E, piano piano, torna anche ad essere una studentessa. Nel 2024 si è laureata, oggi è iscritta alla magistrale in Biotecnologie. «Sono sia paziente che persona di scienza. E questa doppia prospettiva è ciò che voglio trasmettere alla mia community».  Decisivo anche l’incontro con Generazione STEM, fabbrica di content creator in materie scientifiche, che la supporta e la spinge a lanciarsi. Oggi su Instagram seguono in più di 37.000, tra pillole di biologia, astronomia e verità senza filtri.

Il suo consiglio a chi vuole seguire i suoi passi? «Non credete a chi vi dice che non siete portate. Ogni difficoltà è un allenamento. Anche se il percorso è più lungo, potete arrivarci».

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Chiara De Marchi, divulgatrice scientifica e content creator

Mautino: «Per raccontare la scienza, serve metodo»

Beatrice Mautino è una delle divulgatrici scientifiche più seguite in Italia (282 mila follower su IG), ma il suo inizio è stato tutt’altro che immediato. Biotecnologa di formazione, durante il dottorato scopre la passione per la divulgazione grazie al CICAP, fondazione voluta da Piero Angela. «Mi sono resa conto che raccontare la scienza è una cosa seria: per farlo bene, bisogna studiare».

È così che decide di lasciare la carriera accademica per dedicarsi alla comunicazione scientifica, iscrivendosi a un master e scegliendo un ambito allora trascurato: i cosmetici. «Nel 2016 nessuno in Italia faceva vera divulgazione scientifica in quel settore». In poco tempo ha costruito una community ampia e fedele, grazie a una comunicazione chiara, indipendente e credibile, senza promuovere prodotti sui suoi profili. 

Durante la pandemia ha dimostrato quanto il ruolo del divulgatore possa essere cruciale: «Rispondevo a tutti, come faccio oggi. Così sono diventata un riferimento per le persone». Su TikTok, tra ironia e esperimenti senza logica commerciale, continua a coltivare un dialogo con il pubblico, mantenendo sempre rigore e trasparenza.

Il suo consiglio? «La comunicazione scientifica è una disciplina: va studiata. E poi bisogna ascoltare. Non comunicare solo ciò che piace a noi, ma ciò che serve a chi ci legge o ci guarda. Inoltre, non bisogna rassegnarsi se per un periodo le cose vanno male e soprattutto bisogna investire il proprio tempo nella crescita su più canali».

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Beatrice Mautino, divulgatrice scientifica

Munter: «Fare cose imperfette è meglio che non fare nulla»

Con Chimica in Pillole, Eva Munter ha portato una ventata d’aria fresca nel mondo della comunicazione scientifica. Laureata in chimica organica, ha lavorato per cinque anni in Federchimica prima di mettersi in proprio. Tutto è cominciato quasi per gioco: «All’inizio raccontavamo aneddoti scientifici tra amici. Senza un vero scopo divulgativo. Ma poi mi hanno detto: mettili su Instagram».

Era il 2019 e Instagram premiava l’estetica curata, una rarità nella divulgazione scientifica di allora. Eva sa cogliere l’occasione, ma senza mai rinunciare alla serietà dei contenuti. «Il rigore scientifico è fondamentale, ma non bisogna farsi bloccare dal perfezionismo». Una filosofia che ha portato avanti anche come madre e divulgatrice: «Un video con una luce sbagliata è meglio di nessun video. Basta che il contenuto sia corretto e verificato».

Oggi la sua pagina, Chimica in Pillole (oltre 75mila follower su IG) è un punto di riferimento per chi vuole scoprire la chimica nel quotidiano. «Voglio che le persone dicano: “C’è chimica nella mia vita e non lo sapevo. Che bello scoprirlo!”». La chiave? Trovare un gancio con la vita reale, per rendere la scienza parte del vissuto, non un sapere astratto.

Il suo consiglio? «Fate, anche se non è tutto perfetto. E soprattutto: verificate sempre. La scienza non è spettacolo, ma responsabilità».

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Eva Munter
Eva Munter, comunicatrice scientifica

For Women in Science: 16 giugno a Milano: ecco come partecipare

De Marchi, Mautino e Munter saranno tra le ospiti speciali dell’edizione 2025 di For Women in Science, il programma promosso da L’Oréal Italia in collaborazione con l’UNESCO, in programma a Milano il 16 giugno. L’evento premierà sei ricercatrici impegnate nelle discipline STEM e accenderà i riflettori sul valore della scienza raccontata anche con il linguaggio delle emozioni e della creatività. 

Clicca qui per scoprire come partecipare.

Clicca qui per l’agenda dell’evento.





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