Ex Ilva, “Servono poteri straordinari e scelte concrete, basta ambientalismo da bar”


TARANTO – Una richiesta chiara e decisa arriva dall’Aigi, l’Associazione dell’Indotto del siderurgico di Taranto, che interviene nel dibattito sul futuro dell’ex Ilva chiedendo al governo una gestione straordinaria per un momento straordinario.

Per l’associazione datoriale, il decreto in via di definizione sull’ex Ilva deve attribuire poteri speciali agli attuali commissari, affinché possano guidare l’impianto in una fase di incertezze e tensioni istituzionali, ancora ben lontane dall’essere risolte.

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“Il recente incontro a Roma con il ministro Urso ha aperto una nuova fase nelle relazioni istituzionali”, afferma Aigi, “più dialogante, più costruttiva e più vicina a una visione di sviluppo condivisa con tutte le realtà sociali del territorio”. Una premessa, questa, per affrontare le sfide più difficili, a cominciare da quella pace sociale che da anni rimane solo un’aspirazione, soprattutto quando in gioco c’è il destino del colosso siderurgico tarantino.

L’Aigi ribadisce la centralità dell’ingresso del capitale privato nella compagine societaria dell’ex Ilva, considerato elemento chiave per produrre acciaio competitivo e fronteggiare i dazi statunitensi. “Serve una guida forte, affiancata dallo Stato per un periodo limitato, utile a rimettere in funzione l’Altoforno 1 e rilanciare l’Altoforno 2”, si legge nella nota.

Al centro delle proposte anche la necessità di avviare la de-carbonizzazione senza sacrificare la sostenibilità economica del progetto. Da qui, la proposta concreta dell’associazione: utilizzare una nave rigassificatrice come soluzione provvisoria per alimentare a gas i forni elettrici, in attesa della piena operatività delle infrastrutture collegate al TAP.

“È il modo per passare dall’ambientalismo ideologico che vive su Marte a scelte realizzabili sulla Terra, nei giorni feriali e non solo in quelli festivi”, è la stoccata dell’associazione.

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Ma il tema dell’ambiente si intreccia con quello delle risorse: l’Aigi denuncia la scarsità dei fondi destinati a Taranto per le bonifiche attraverso il Pnrr, una mancanza che penalizza le imprese locali dell’indotto, pronte a operare in quel settore e a generare occupazione.

“Il futuro dell’ex Ilva non è solo una questione industriale o finanziaria: è una sfida identitaria per tutto il Paese”, conclude Aigi, che invita a superare ideologie e scorciatoie per non disperdere il patrimonio produttivo e culturale di una delle città più complesse e strategiche d’Italia.





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