Sin Valle del Sacco, campionamento in 150 punti. «Ora la riperimetrazione»


Lo ha sempre sostenuto e ora ne ha la conferma. Unindustria Frosinone, forte dei dati sviscerati dall’Arpa Lazio, giusto una settimana fa, sui valori di fondo nei terreni nell’area esterna al Sin bacino del fiume Sacco, chiede una riperimetrazione del Sito di interesse nazionale. Il presidente Corrado Savoriti chiede ora un cambio di marcia per non perdere più gli investimenti, grandi e piccoli, andati in fumo in questi anni a causa anche delle lungaggini e delle incertezze burocratiche, punta a rendere di nuovo attrattiva la provincia, a cominciare dalla stazione della Tav, e a fermare l’emorragia di residenti, una delle concause della perdita di attrattività.

Il presidente Savoriti sottolinea due passaggi della relazione di Mauro D’Angelantonio dell’Arpa Lazio dopo il campionamento in 150 punti dell’area entro tre chilometri dal Sin: «La situazione esterna al Sin è identica a quella interna: i dati sono sovrapponibili e coincidenti» e «non si è trovato nessun marker di natura antropica». E allora Savoriti afferma: «I dati scientifici dell’Arpa hanno finalmente detto una cosa che noi dicevamo da dieci anni. Sono dati che ci confortano». Eppure, Savoriti con un pizzico di amarezza aggiunge: «Quanti investimenti abbiamo perso? Quante opportunità? Quanti posti di lavoro? Tante aziende hanno pronti gli investimenti, ma aspettano per le operazioni dovute al Sin».

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Le prossime mosse? «Aspettiamo settembre/ottobre che l’Arpa consegni e renda pubblica la relazione, quindi i dati sui valori delle acque per poi chiedere la riperimetrazione». Il lavoro sulle acque lo farà il Cnr e dovrebbe partire a breve. La fine del monitoraggio, secondo l’Accordo di programma, è prevista entro il 2026.
Ma la strada è segnata. Ancora Savoriti: «Dal ministero ci hanno sempre detto senza dati scientifici non si può fare la riperimetrazione. Ora ce li abbiamo». Il presidente cita poi una lettera del presidente Maurizio Stirpe del 2006 all’indomani dell’introduzione del Sin: “Quanto perderemo con questo Sin?”. «Era un monito», sottolinea Savoriti.
A cui fa eco il direttore Pamela Morasca: «Le aziende si sono sobbarcate oneri burocratici incerti e cavillosi. È stata una penalizzazione eccessiva».

Sullo sfondo c’è la perdita di attrattività di un territorio che, già di suo, ha sofferto per la deindustrializazione. «Mi preoccupa la diminuzione dei residenti in provincia – osserva Savoriti – Questa è perdita di competitività. In trent’anni abbiamo perso tempo. Quando le province limitrofe hanno triplicato i residenti. Ma se le industrie non investono non c’è attrattività».
Altro punto sul quale insiste Unindustria è lo snellimento delle procedure. «Il grande investimento rende veloce l’iter, ma quanti piccoli e medi investimenti abbiamo perso in questi anni?».
Da qui il messaggio per un rilancio del territorio: «Dobbiamo voler bene alla nostra provincia dove registriamo investimenti da parte di famiglie tra le più importanti d’Italia».

E la richiesta di puntare forte sulla Tav: «Siamo attrattivi perché siamo logisticamente perfetti, tra le due grandi città del centro-Sud, con l’autostrada, vicini al mare. Ma la Tav ci serve per collegarci con le grandi città. L’investimento sarebbe un grande rilancio. Per la Tav non deve passare il messaggio che siamo la periferia di Roma. La provincia è autonoma con una valenza internazionale. La Tav serve a chi da Copenaghen deve visitare un’azienda in tre ore. L’alta velocità non deve esser solo di Frosinone, ma di un comprensorio che coinvolga le regioni vicine, Molise e Abruzzo e la provincia di Latina». Sulla spinta per la Tav, Savoriti nota la convergenza con i sindacati, per una volta sulla stessa posizione.

E, sempre sul piano dell’attrattività, il presidente ricorda le difficoltà delle imprese che vogliono assumere. «Ci sono persone che qui non vogliono venire perché il territorio non è attrattivo», rileva Savoriti. E il discorso interessa anche i servizi offerti dal territorio. I giovani scelgono di andare altrove: secondo gli ultimi dati del sistema Excelsior di Unioncamere-ministero del Lavoro chi assume in provincia di Frosinone inserisce appena il 10% di laureati. «I nostri laureati preferiscono rimanere fuori – commenta Savoriti – ed è un dato che ci deve far riflettere. Bisogna vedere come sta cambiando il tessuto industriale che, prima, era fortemente meccatronico. Occorre iniziare a formare competenze per quei settori che stanno arrivando. Se c’è la crisi dell’automotive e continuiamo a formare in quel settore è normale che i giovani vadano altrove. Qui c’è molto farmaceutico che richiede una specializzazione particolare. Se vengono investimenti, da parte di aziende vecchie e nuove, dobbiamo garantire un bacino d’utenza quando assumono». E, dall’altro canto, Savoriti accenna anche alle difficoltà incontrate con l’Its meccatronico: «I giovani non vogliono iscriversi. Ma è più un tema culturale», osserva.
Tornando a quel 10% di laureati che vengono assunti in provincia, il direttore Morasca evidenzia: «È un dato che ci può anche stare in un’ottica cosmopolita. Il problema è che non troviamo chi viene da fuori per compensare questa perdita. Se i nostri giovani guardano altrove ciò che serve è compensare con persone di altri territori. Manca la capacità di attrarrli, il vero limite è lì. Basterebbe anche una compensazione parziale».

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