«La destra lo ha fottuto, è andato di là»


La procura ha chiesto i domiciliari per Alessandro Delli Noci, assessore alle Attività produttive della giunta guidata da Michele Emiliano. Tra gli indagati ci sono lobbisti e imprenditori, accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e frode di fondi pubblici

La procura di Lecce ha chiesto gli arresti domiciliari per l’assessore regionale alle Attività produttive, Alessandro Delli Noci. La notizia è contenuta nella richiesta di misura cautelare avanzata dai pubblici ministeri, Alessandro Prontera e Massimiliano Carducci, nei confronti di undici persone coinvolte a vario titolo nell’inchiesta per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, turbativa e frode di finanziamenti pubblici.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

L’indagine approfondisce l’uso e la destinazione dei fonti legati ai programmi integrati di agevolazione (i cosiddetti Pia), destinati a supportare gli investimenti delle piccole e medie imprese. Delli Noci è stato eletto con 17mila preferenze con la lista Con, divenuta movimento politico nel 2022 e di cui proprio l’assessore è stato presidente. Prima ha svolto l’incarico di vicesindaco di Lecce con delega ai lavori pubblici e all’edilizia scolastica. 

Oltre agli arresti domiciliari per l’assessore (nei prossimi giorni si svolgerà l’interrogatorio prima della decisione del giudice), la procura leccese ha inoltre chiesto la custodia cautelare in carcere per l’imprenditore piemontese Alfredo Barone, altre cinque arresti domiciliari e quattro misure interdittive.

L’inchiesta e le intercettazioni

Barone è diventato un punto di riferimento nella città pugliese, dove ha aperto un ristorante giapponese, dove siede a mangiare il potere cittadino. In tutto gli indagati sono trenta, all’imprenditore e all’assessore viene contestata anche l’associazione a delinquere finalizzata al compimento di «delitti contro la pubblica amministrazione (…) e, in particolare, atti contrari ai doveri d’ufficio, corruzioni per l’esercizio delle funzioni e per atti contrari ai doveri d’ufficio, nonché di truffa ai danni dello Stato e della Regione Puglia e dell’Unione europea, riciclaggio e auto-riciclaggio». Questo si legge nel capo d’imputazione: l’indagine è ancora nella fase preliminare, le misure cautelari sono ora sottoposte al primo vaglio del giudice del tribunale, ma emerge con chiarezza la rete di rapporti e vicinanze. Secondo gli inquirenti Barone ha messo in piedi un sistema del quale l’assessore, prima in comune e poi in regione, sarebbe diventato parte integrante ricevendo «denaro, a titolo di contributo elettorale, e altre utilità, a fronte della sua sistematica messa a disposizione», per un progetto urbanistico e speculativo. 

Nel 2020 Delli Colli, allora numero due al comune di Lecce, è in procinto di candidarsi alle regionali e l’amico imprenditore si attiva raccontando la sua parabola politica, comune ad altri esponenti politici poi confluiti nel movimento politico di Michele Emiliano.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Parla con un ristoratore per organizzare una cena: «Senti Carrisi… Io devo fare una cena perché c’è il candidato vicesindaco di Lecce.. che si candida alla Regione e gli hanno detto che farà il vicepresidente con Emiliano (…) Questo è sempre stato del centrodestra… questo è Delli Noci… (…) poi siccome l’hanno fottuto con il centrodestra se n’è andato con il sindaco attuale.. (…) lui c’ha l’anima di centrodestra, però purtroppo sta dall’altra parte…».

Sembrano riecheggiare intercettazioni già ascoltate in altre indagini, quando erano finiti coinvolti l’ex assessora regionale, Anita Maurodinoia, e il marito, Sandro Cataldo, anche loro protagonisti del salto e accolti a braccia aperte dal centrosinistra pugliese.

Torniamo all’indagine della procura di Lecce. All’esito delle elezioni che avevano visto vittorioso Emiliano, totalmente estraneo all’indagine, ed eletto Delli Noci, Maurizio La Forgia scriveva: «Per ora diciamo che abbiamo investito bene», e Barone rispondeva: «Da questo momento dipenderà da lui far valere il suo peso! Gli ho già detto che in politica … ogni lasciata è persa … come con le donne!!!».

La Forgia è considerato tra gli organizzatori dell’associazione a delinquere, vicinissimo a Delli Noci, viene definito un «faccendiere-lobbista», un privato imprenditore in grado di agire in regione «orientando l’esercizio di pubblici poteri e funzioni al soddisfacimento degli interessi particolari (…) anche spendendo il “nome” del padre Domenico (…) già direttore generale del dipartimento economico della regione», si legge negli atti. 

 «Ho appreso questa mattina di essere oggetto di indagine. Fiducioso come sempre nei confronti della magistratura, attendo di conoscere meglio le accuse che mi vengono rivolte per poter chiarire al più presto la mia estraneità ai fatti che mi vengono contestati», ha detto l’assessore Delli Noci.

Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente della regione, Michele Emiliano, esprimendo «fiducia nella giustizia e in Alessandro Delli Noci. Aspettiamo di conoscere gli atti processuali e la sua difesa. Le procedure giudiziarie sono necessarie per conoscere la verità e auspichiamo che arrivino a conclusioni certe nel tempo più breve possibile», si legge in una nota. 

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