Il 5 giugno si celebra la Giornata Mondiale dell’Ambiente, l’appuntamento annuale promosso dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) che, dal 1972, richiama l’attenzione globale sulle principali sfide ambientali. Tema dell’edizione 2025: “Ripristino del territorio, desertificazione e resilienza alla siccità”, un messaggio chiaro in risposta a una delle emergenze più urgenti del nostro tempo.
Secondo la Convenzione delle Nazioni Unite per la Lotta alla Desertificazione (UNCCD), circa il 40% delle terre emerse è degradato, con impatti diretti su oltre 3 miliardi di persone. Le cause? Agricoltura intensiva, deforestazione, consumo di suolo, ma anche i cambiamenti climatici che aggravano eventi estremi come siccità e ondate di calore. La perdita di suolo fertile significa meno cibo, meno biodiversità, meno capacità di assorbire carbonio: un circolo vizioso che mette a rischio non solo gli ecosistemi, ma anche la sicurezza alimentare e la stabilità economica e sociale.
Anche l’Italia è coinvolta. Secondo i dati ISPRA, oltre il 24% del suolo nazionale è interessato da processi di degrado. In particolare nel Sud e nelle isole, dove desertificazione e siccità compromettono non solo l’agricoltura, ma anche la capacità di risposta dei territori a fenomeni meteo estremi sempre più frequenti. A livello urbano, il consumo di suolo continua a crescere: nel 2022 si sono persi circa 77 km² di superfici naturali, pari a 2,4 metri quadrati al secondo.
Il tema scelto per il 2025 – “Land restoration, desertification and drought resilience” – lancia un messaggio positivo e attivo: è ancora possibile invertire la rotta attraverso il ripristino degli ecosistemi, la riforestazione, l’agroecologia, la tutela del paesaggio rurale e pratiche agricole sostenibili. L’Agenda 2030 individua il ripristino del suolo come chiave per raggiungere diversi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG): dal contrasto al cambiamento climatico (SDG13), alla fame zero (SDG2), alla vita sulla terra (SDG15).
La Giornata Mondiale dell’Ambiente 2025 non è solo un’occasione di sensibilizzazione, ma un invito concreto a ripensare il nostro rapporto con la terra. Cittadini, imprese, enti locali, agricoltori e comunità sono chiamati a diventare custodi attivi del territorio, attraverso gesti quotidiani e strategie sistemiche. Che si tratti di partecipare a una piantumazione, sostenere produzioni locali, adottare criteri ESG nelle scelte aziendali o investire in soluzioni nature-based, ogni azione conta. Perché rigenerare il suolo oggi significa garantire un futuro resiliente per tutti.
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