Amazon, dieci anni di export online per le Pmi italiane: l’obiettivo di 4 miliardi sarà raggiunto entro fine anno


di
Francesca Gambarini

Il traguardo delle aziende che vendono su Amazon, dove la «Vetrina made in Italy», nata per valorizzare le eccellenze del Paese, conta 5500 società e oltre 3 milioni di prodotti. «Supportiamo l’internazionalizzazione», spiega Ilaria Zanelotti, direttore dei servizi per le vendite in Italia

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I primi dieci anni di made in Italy online sono iniziati per Amazon con il «negozio» della Toscana, pioniera di un progetto che oggi conta all’appello 18 regioni presenti, oltre 5.500 Pmi e oltre tre milioni di prodotti che portano la firma tricolore in vendita sulla piattaforma di ecommerce. Dalle più vicine Francia, Spagna, Germania, a Usa, Giappone ed Emirati e ancora altri Paesi europei, si è così andata a comporre la geografia della «Vetrina made in Italy» di Amazon che quest’anno festeggia appunto il suo primo decennio di vita. Una proposta in cui la branch italiana dell’azienda Usa crede molto e che ha dato seguito a ulteriori iniziative speciali come i «Made in Italy Days», giornate dedicate alla valorizzazione dei prodotti del made in Italy, giunte quest’anno alla quarta edizione.
A trarre un bilancio di cosa si è fatto fin qui ci aiuta Ilaria Zanelotti, director seller services di Amazon Italia. «Lo definirei un percorso virtuoso – dice la manager – che si è sviluppato non solo con le aziende ma anche insieme a istituzioni e ad Agenzia Ice, con cui Amazon collabora dal 2019 in otto Paesi (Francia, Spagna, Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Svezia, Polonia, Paesi Bassi) proprio per la promozione e lo sviluppo delle aziende che vendono online».

Corsa al digitale

Un accordo che ha coinvolto finora oltre 2.800 realtà e messo a disposizione più di 700 mila prodotti in tutto il mondo. Nel 2025 Amazon ha anche premiato con l’«Amazon Made in Italy Award – I volti dell’eccellenza italiana nell’ecommerce» le dieci Pmi che, lungo questo percorso di internazionalizzazione del made in Italy, sono state in grado di cogliere al meglio le opportunità del digitale, sviluppandosi a livello globale. Un riconoscimento simbolico che è andato «ad aziende che, pur nella grande diversità di business, hanno in comune la voglia di esplorare e affrontare il mondo digitale», dice Zanelotti. Caratteristica che descrive la maggior parte delle oltre 21mila Pmi italiane che vendono oggi sulla piattaforma – quindi anche al di fuori della «Vetrina made in Italy» – e di cui il 65% ha già aperto una finestra sull’estero, una percentuale tra l’altro in crescita anno su anno (era il 50% nel 2022, ndr).
«A livello di provenienza, sono ben distribuite sul territorio nazionale, a conferma del fatto che il digitale abbatte le barriere», dice Zanelotti. Lombardia, Campania, Toscana, Lazio e Veneto sono le più virtuose per valore di vendite», con un export online nel 2023 del valore di 300 milioni per la Lombardia e di 150 per la Campania, ad esempio.




















































I passi da fare

Se molte aziende italiane sono all’avanguardia nella svolta digitale, tante altre restano indietro. «Non c’è dubbio che molte Pmi siano ferme su questo fronte, anche il Paese va a rilento: solo il 45% della popolazione, contro il 55% della media Ue, ha competenze digitali di base – riflette Zanelotti –. Allo stesso tempo l’interesse continua ad aumentare e noi proseguiamo con il nostro programma “Accelera con Amazon”, un percorso di formazione digitale gratuito per le Pmi, che include molti ambiti cruciali, dalla logistica al marketing». L’aspetto della formazione e dell’ingaggio del tessuto imprenditoriale sono sempre stati centrali per la piattaforma, che ha infatti appena lanciato in Italia un nuovo acceleratore, l’«Amazon Innovation Accelerator», primo programma pilota al di fuori del Regno Unito che ha l’obiettivo di portare un’innovazione diffusa ed efficace non solo fra le aziende ma anche nelle comunità. «Lo abbiamo presentato la scorsa settimana agli imprenditori nel nostro centro di distribuzione di Passo Corese (Rieti), in una giornata di confronto sui temi chiave per la competitività delle imprese locali: digitalizzazione, leadership, trasformazione dei processi e sostenibilità – spiega la manager -. Per noi è un’altra testimonianza di presenza e attenzione al territorio: in Italia abbiamo investito 20 miliardi di euro dal 2010, di cui solo 4 nel 2023».

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Tra gli obiettivi principali di questi investimenti resta centrale aumentare l’export digitale delle Pmi: «Toccheremo l’obiettivo dei 4 miliardi entro la fine dell’anno – conclude Zanelotti -. Vediamo un interesse crescente per i prodotti italiani e al netto dell’introduzione dei dazi con gli Usa, situazione che monitoriamo con attenzione, crediamo che la richiesta delle eccellenze italiane resterà un punto fermo. Senza dimenticare che le nostre Pmi hanno mercati molto diversificati». Che cosa potrebbe dare un aiuto in più? «Guardiamo con attenzione all’Europa, mercato che potrebbe esplodere se si implementasse una semplificazione normativa e burocratica per vendere all’estero», conclude Zanelotti.

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