Raccolta degli pneumatici fuori uso, CNA Liguria: “Situazione allarmante”


L’associazione datoriale denuncia l’allungamento dei tempi del ritiro e l’aumento delle gomme non raccolte, con pericoli per le persone e per l’ambiente.

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La situazione della raccolta degli Pneumatici fuori uso è allarmante. A evidenziarlo è una indagine di Cna alla quale hanno partecipato circa mille imprese associate, rappresentative di tutta Italia. Da questo sondaggio emergono tempi biblici di attesa del ritiro delle gomme, significativamente peggiorati perfino rispetto alla ‘fotografia’ già molto preoccupante scattata un anno fa da una analoga iniziativa della Confederazione.

Cna ha partecipato a livello nazionale a tavoli di confronto con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) sul nuovo registro informatico dei produttori e importatori di beni soggetti a responsabilità estesa del produttore, istituito lo scorso anno. Tale registro è in fase di avvio e le aziende si stanno già scrivendo nel termine dei 60 gg.
Uno strumento nato per garantire maggiore tracciabilità e trasparenza, fornendo dati che consentiranno al Ministero di andare più a fondo nelle criticità del sistema, ma che ancora resta al palo, in attesa dell’approvazione definitiva.

I dati emersi dall’indagine Cna
Il 32% delle imprese coinvolte nella indagine della CNA denuncia tempi di attesa per il ritiro degli Pfu, in alcuni casi, superiori ai nove mesi. Il 46% assicura che per il ritiro deve attendere dai tre ai nove mesi. ‘Bastano’ da tre mesi in giù al residuo 22%, un dato dimezzato rispetto al 44% scorso. Risultati particolarmente significativi che fanno emergere le difficoltà affrontate dalle imprese per assolvere a obblighi di legge. Da sottolineare che oltre il 90% delle imprese si rivolge a forme associate, i consorzi, e lasciando, quindi, ai sistemi individuali solo poche richieste

La giacenza media nei piazzali supera le 400 unità per più del 48% delle imprese e si ferma tra 200 e 400 gomme in un altro 31% d’aziende. Una quota che si attesta intorno alle 360 gomme per impresa in giacenza all’interno del luogo di attività, con la ovvia conseguenza di rendere molto complesso, se non impedire, il normale svolgimento del lavoro.

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Addirittura, di fronte al 60% e passa delle imprese si presenta il caso di ritiri non completi ma solo parziali, una mancata soluzione soprattutto per quelle realtà che materialmente non dispongono di enormi spazi (e non si capisce perché dovrebbero) destinati al deposito degli Pfu, che per legge dovrebbe essere temporaneo. Peraltro, perlomeno quattro imprese su cinque non sono localizzate in zone difficili da raggiungere e quindi non si può addebitare loro neanche una eventuale ‘corresponsabilità’ indiretta.

Il commento
“Le conseguenze di un sistema che non funziona gravano sulle attività – dichiara Matteo De Ambroggi, Presidente di Cna Savona e facente funzioni Cna Liguria – La realtà è che le imprese appaiono giustamente insoddisfatte del servizio di ritiro degli Pfu e dei tempi di attesa lunghi, insopportabili e sempre più gravi. Chiediamo con forza un intervento urgente attraverso il cosiddetto ‘extra target’, per liberare piazzali e officine dalle gomme in giacenza. Al contempo, il Governo deve intervenire sulla normativa per riuscire a garantire il rispetto di tempi e modalità di raccolta allo scopo di evitare alle imprese gravose sanzioni che non derivano da negligenze e/o colpe proprie ma da un sistema che ha dimostrato, e dimostra, di non funzionare”.

“Con gravi danni anche all’ambiente dato che è possibile ridare una seconda vita alle gomme per produrre asfalto, campi da calcio e altro. Dallo scarto si può generare una risorsa a beneficio dell’ambiente della comunità, se i copertoni sostituiti non si accumulassero nei piazzali di gommisti, officine e ricambi auto” conclude il Presidente FF di Cna Liguria.





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