L’estero attira sempre di più. Indagine Condindustria su internazionalizzazione

Secondo i dati Istat le esportazioni nel secondo trimestre 2005 in provincia di Rimini sono cresciuti del 4,4% rispetto al medesimo periodo 2004 (547 mila euro contro 524 mila) mentre l’import è sceso del 16,3% (da 228.500 euro a 191.300). Un dato confortante per l’economia locale che rimane comunque fanalino di coda in regione per l’export. Il crescente interesse per l’estero trova però conferma anche nell’indagine sull’internazionalizzazione condotta da Confindustria a cui hanno risposto 88 delle 400 imprese associate, 66 delle quali hanno dichiarato di avere contatti con l’estero (per una ammontare dell’export di 290 milioni di euro). I settori più interessati ad esternalizzare la propria attività sono quelli metalmeccanico, agroalimentare e tessile. I maggiori mercati di sbocco quelli dell’Europa occidentale: Francia e Germania, seguiti da Spagna e Stati Uniti. Alla voce importazioni a fare la voce grossa è la Cina, dove acquista il 40,6% delle imprese. Le ragioni alla base del processo di internazionalizzazione sono prevalentemente due: la voglia di diversificare i mercati di sbocco e di aumentare l’attività commerciale. Importante anche il miglioramento degli standard produttivi in special modo per le imprese tessili. Ad ostacolare il processo invece i problemi di ordine conoscitivo ed informativo sui mercati esteri. L’approccio preferito per entrare nei mercati esteri è quello strettamente commerciale seguito dagli accordi di collaborazione. Le aziende che non hanno mai operato con l’estero giustificano invece la decisione con la difficoltà di trovare partner nei paesi di interesse e di valutare il mercato più adatto alla tipologia di prodotto. Non si può parlare di mercati esteri poi senza toccare lo “spauracchio cinese”: secondo Confindustria Rimini la Cina non è un grande pericolo e può essere battuto puntando sulla qualità. Risulta infatti concorrenziale solo nei prodotti di fasce più basse, inoltre, a breve, dovrà rivedere i costi ed adeguarsi alle normative ambientali e sul lavoro.