Una sala gremita, volti emozionati, strette di mano e parole che lasciano il segno. L’incontro Donatori-Borsisti dell’università Cattaneo di giovedì 29 maggio ha confermato la sua importanza come momento simbolico e concreto della vita accademica dell’Ateneo. Un’occasione non solo per ringraziare chi ha investito nella formazione, ma anche per riflettere sul ruolo degli studenti nel futuro del Paese.
Donatori, istituzioni e aziende hanno ribadito con forza un concetto chiave: fare esperienze all’estero è fondamentale, ma tornare in Italia è un dovere morale, civico, generazionale. Perché il nostro territorio, messo alla prova da dinamiche demografiche e sociali preoccupanti, ha bisogno di menti brillanti e di giovani pronti a costruire.
Una comunità che cresce insieme
Sono stati oltre cento i borsisti presenti, provenienti da tutta Italia – dalla Sicilia al Trentino – e più di trenta i donatori, tra fondazioni, imprese, enti pubblici e privati, che hanno scelto di credere nei giovani, finanziando borse di studio e progetti di formazione.
Il presidente della Liuc, Riccardo Comerio, dopo aver ricordato il recente rinnovo del Consiglio di amministrazione, ha voluto sottolineare la direzione tracciata dall’ateneo: «Il futuro della nostra Università passa da un progetto ambizioso: il Mill, che coinvolgerà l’intero territorio dell’Altomilanese. Svilupperemo nuove startup, potenzieremo la nostra operatività con l’introduzione del Chief Operation Office e rafforzeremo il legame con le imprese. L’attenzione ai giovani è massima: garantiamo percorsi di qualità e sbocchi professionali rapidi. Ma oggi, più di tutto, vogliamo dire grazie ai nostri donors: senza il loro supporto, tutto questo non sarebbe possibile».
Al suo fianco, il rettore Anna Gervasoni, che da qualche mese ha preso il testimone con determinazione: «I donatori consentono a molti ragazzi di intraprendere un percorso che altrimenti sarebbe loro precluso. Il nostro compito è premere l’acceleratore: vogliamo fare ricerca applicata al fianco delle imprese, lavorare su nuove idee e startup e far sì che i nostri studenti non perdano mai il legame con la loro Università. La Liuc è casa loro, anche quando sono in giro per il mondo. Fate esperienza all’estero, ma poi ritornate».
“Non fate i turisti del talento”
Parole forti, concrete, che si sono fatte appello accorato con l’intervento di Giacomo Mazzarino, rappresentante della Camera di Commercio di Varese. Ha snocciolato dati precisi: «Sono 97.000 i laureati italiani che, negli ultimi anni, sono fuggiti all’estero. Una cifra allarmante, soprattutto se si guarda all’inverno demografico che incombe: il ricambio generazionale non è garantito. Non possiamo più permetterci di essere terra di partenza. L’internazionalizzazione è bellissima, essenziale. Ma non pensatela come punto d’arrivo. Vivetela come una palestra, come un’esperienza trasformativa. Poi tornate. Riportate qui quello che avete imparato. Investite il vostro futuro su questo territorio, che ha fame di competenze e di speranza».
Anche Roberto Gironi, funzionario della Regione Lombardia, ha messo in evidenza il valore strategico delle università come la Liuc nel sistema formativo nazionale: «Con quasi 2.600 iscritti, la Liuc rappresenta una realtà dinamica e in crescita. Il 30% dei suoi studenti viene da fuori regione, a conferma della sua attrattività. Il nostro sforzo va nella direzione di garantire accesso equo agli studi: per la Liuc siamo riusciti a coprire il fabbisogno finanziario del 100% degli studenti idonei. È un risultato importante, ma non ci basta. Sostenere i giovani significa investire nel futuro del Paese.Il sistema universitario lombardo ha una popolazione di 325mila studenti, 15 università, 25 istituzioni dell’alta formazione artistica e musicale. Siamo riusciti a finanziare oltre il 90 per cento degli idonei, quindi 30mila studenti. Un finanziamento di oltre 500mila euro ha permesso di coprire il fabbisogno finanziario di tutti gli idonei della Liuc, 102 studenti: borsa di studio che si accompagna all’esonero da tasse e contributi universitari. I Contributi per la gestione dei servizi e per il diritto allo studio alla Liuc sono oltre 129mila euro».
Storie di talento e riconoscenza
Ma l’evento non è stato solo voci istituzionali. Sono stati soprattutto gli studenti a dare senso e profondità all’incontro, portando sul palco le loro storie, i loro sogni, i loro traguardi.
Mattia Di Tommaso, studente di Economia Aziendale, ha parlato a nome di tutti i borsisti: «Una borsa di studio non è solo un sostegno economico. È un messaggio. Qualcuno ha creduto in noi. Questo ci dà forza, ci responsabilizza. È una spinta a non mollare, a continuare a credere nei nostri obiettivi».
Un’altra studentessa ha condiviso il percorso che l’ha portata, cinque anni fa, a scegliere la Liuc tra mille incertezze: «Avevo paura. Non sapevo se sarei stata all’altezza. Poi questa università mi ha permesso di scegliere il mio futuro, di vivere un’esperienza internazionale in Olanda, di costruire una nuova me. Sono grata a chi ha reso tutto questo possibile».
Un giovane ingegnere ha detto con semplicità e lucidità: «Un ingegnere non si limita a prevedere il futuro. Lo progetta. E questa borsa di studio mi permette di costruirlo, passo dopo passo».
Colpisce anche la testimonianza di una studentessa siciliana: «Lasciare la mia terra per trasferirmi al nord non è stato semplice. Ma la Liuc mi ha accolta, mi ha dato gli strumenti per crescere. La borsa di studio è stata per me simbolo di fiducia. Un legame tra scuola e impresa, tra sogno e realtà».
Un invito alla responsabilità collettiva
In un Paese che rischia l’assuefazione al lamento, la Liuc lancia un messaggio chiaro e controcorrente: non rassegnarsi alla fuga dei cervelli, ma costruire le condizioni per il loro ritorno.
L’incontro Donatori-Borsisti non è solo celebrazione: è assunzione di responsabilità da parte di chi forma, di chi sostiene e di chi studia. È un investimento reciproco, un patto implicito tra generazioni, territori e istituzioni.
Perché sì, il mondo è grande e va conosciuto. Ma il futuro dell’Italia non può essere lasciato al caso. Ha bisogno di chi ha studiato, di chi ha vissuto altrove, ma ha il coraggio e la volontà di tornare a costruire qui. E la Liuc, con i suoi donatori, è pronta ad accoglierli.
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