Veneto, manifattura senza segnali di ripresa


Le previsioni degli imprenditori per il resto dell’anno rivelano un clima di fiducia prudente. Il 47% delle imprese si attende un incremento della produzione, il 36% prevede stabilità e il 16% teme una flessione.

«Nell’avvio del 2025 prosegue la fase di stallo del manifatturiero veneto in corso ormai da quasi due anni – commenta il presidente di Unioncamere del Veneto Antonio Santocono – in cui la ripresa resta fragile e disomogenea. Il consolidamento dipenderà dalla tenuta della domanda, in particolare quella interna, e dalla capacità delle imprese di reagire a un contesto internazionale ancora instabile, caratterizzato da tensioni commerciali e crescente incertezza geopolitica. Come sistema camerale, abbiamo il dovere di affiancare le imprese in questa fase delicata. È fondamentale rafforzare le filiere strategiche, sostenere la transizione digitale e accelerare i processi di internazionalizzazione e diversificazione. Parallelamente, è necessario intervenire per ridurre i vincoli burocratici e semplificare l’accesso agli strumenti di supporto, così da favorire gli investimenti in nuovi mercati e tecnologie. Oggi più che mai serve uno sforzo condiviso per affrontare le sfide che ci attendono, rilanciare la competitività del nostro sistema produttivo e costruire le basi per una crescita duratura, sostenibile e inclusiva per il nostro territorio».

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Il caso Padova

Un approfondimento è dedicato al territorio della provincia. Con una variazione congiunturale destagionalizzata della produzione industriale del -0,4% nel primo trimestre 2025, il dato relativo al territorio padovano delinea una situazione di sostanziale stagnazione come a livello regionale. Il dato tendenziale segnala la variazione anno su anno in flessione dello 0,8%. Se il fatturato interno registra una tenuta rispetto allo stesso periodo del 2024 – +1,9% – è negativo il quadro che fotografa il fatturato generato dall’export, esposto alle dinamiche della manifattura tedesca: rispetto all’inizio del 2024, il primo trimestre del 2025 segna un -4,5%.

Pur a fronte del rallentamento della produzione e degli scenari incerti sui mercati internazionali, la variazione tendenziale complessiva degli ordinativi si è mantenuta in positivo (+1,9%), sostenuta in particolare dalle richieste dall’estero, che segnano un +2,4%: un dato che però va interpretato anche nel contesto del periodo in cui è stata effettuata la rilevazione, in giorni segnati dalle notizie di possibili dazi imminenti che potrebbero aver spinto le aziende del territorio a chiudere contratti di fornitura e partnership commerciali per “anticipare” eventuali scenari futuri.

Nonostante le molte incertezze – segnala il report – resta prevalente un cauto ottimismo. Circa la metà delle imprese manifatturiere padovane prevede un aumento, nei prossimi tre mesi, sia della produzione che del fatturato, percentuali che scendono al 44% per gli ordini dall’estero e al 47% per quelli interni.

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