Confindustria lancia un Piano Industriale Straordinario per rilanciare l’Europa. Le parole del presidente Orsini


Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ha lanciato una proposta forte durante l’assemblea annuale degli industriali: serve un grande Piano Industriale Europeo per rilanciare l’economia italiana e continentale. Secondo Orsini, le politiche dell’Unione Europea, in particolare quelle ambientali, hanno finora dato priorità a visioni ideologiche, trascurando l’impatto concreto sull’industria e sui cittadini. Ha sottolineato come il Green Deal europeo, seppur ambizioso, sia stato costruito senza tenere conto dei reali costi per le imprese e i lavoratori.

Orsini ha avvertito del rischio concreto che settori fondamentali, come quello automobilistico, perdano competitività rispetto a colossi come la Cina. Ha criticato, ad esempio, il mantenimento del divieto ai motori termici dal 2035, nonostante le proteste di Italia e Germania, e ha definito insensato che le case automobilistiche europee debbano acquistare crediti di emissione da aziende straniere come Tesla o BYD. Secondo lui, ciò significa penalizzare chi in Europa ha già investito in tecnologie pulite, come i motori diesel di nuova generazione, così come riporta energiaoltre.it.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Ha anche richiamato l’attenzione sulle normative europee in materia di imballaggi, giudicate troppo penalizzanti per le imprese italiane, che invece eccellono nel riciclo. Su questo punto, Orsini ha chiesto una revisione profonda, anche perché l’approccio europeo sembra privilegiare il riuso rispetto al riciclo, nonostante quest’ultimo sia una delle eccellenze del nostro Paese.

Tra le altre priorità, ha indicato la necessità di mettere mano al sistema europeo delle emissioni (ETS), oggi troppo esposto alla speculazione, e al meccanismo CBAM, che regola le importazioni. Anche la pressione normativa complessiva va ridotta: per Orsini, l’Europa sta soffocando l’industria con troppi regolamenti e direttive.

Il Piano Industriale Europeo proposto da Confindustria dovrebbe poggiare su due pilastri: da un lato, forti investimenti pubblici e privati per sostenere l’innovazione e la competitività industriale; dall’altro, una profonda semplificazione delle regole, eliminando barriere e burocrazia. Ha anche proposto la creazione di un vero mercato dei capitali europeo per facilitare l’accesso al credito.

Orsini ha ribadito che per raggiungere questi obiettivi è fondamentale un’alleanza tra imprese, sindacati e istituzioni politiche. Ha ricordato che oltre il 70% delle norme che regolano le imprese italiane arriva dall’UE, così come più della metà delle nostre esportazioni si dirigono verso i mercati europei. Per questo ha chiesto al governo italiano di farsi promotore di queste istanze a Bruxelles.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Per finanziare le misure, Orsini ha suggerito di riorientare parte delle risorse inutilizzate del PNRR verso investimenti produttivi e di sfruttare meglio i fondi strutturali europei, in particolare per rafforzare le filiere industriali, soprattutto nel Mezzogiorno. Ha anche sollecitato incentivi mirati per i settori in crisi come l’automotive, e sgravi fiscali per i contratti aziendali che migliorano la produttività e il welfare.

Un altro tema centrale del suo intervento è stato il caro energia. Le imprese italiane, ha detto Orsini, pagano l’energia in media il 35% in più rispetto ai competitor europei, con punte dell’80%. Ha chiesto l’introduzione immediata del disaccoppiamento tra il prezzo del gas e quello delle rinnovabili nelle bollette e una drastica riduzione degli oneri generali di sistema. Inoltre, ha sollecitato una sospensione del sistema ETS che, secondo lui, sta gonfiando i costi dell’elettricità.

Il presidente di Confindustria ha anche denunciato il paradosso per cui, da un lato, l’Europa chiede più energia da fonti rinnovabili, mentre dall’altro lato in Italia tanti progetti restano bloccati da vincoli e ostacoli burocratici locali. Ha invitato tutti i partiti a non limitarsi alle dichiarazioni d’intenti, ma a favorire concretamente l’installazione di nuovi impianti.

Infine, ha rilanciato l’urgenza di inserire il nucleare tra le soluzioni energetiche strategiche. Secondo lui, i piccoli reattori modulari possono garantire una fornitura continua di elettricità, fondamentale per l’industria, e rappresentano una soluzione sicura e meno impattante rispetto al passato. Ha chiuso il suo intervento con un appello all’unità nazionale, perché solo lavorando insieme – imprese, sindacati, partiti e istituzioni – l’Italia potrà davvero rilanciare il suo sistema industriale e affrontare le sfide globali con successo.



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