nuove regole, nuove opportunità. Il mercato del credito cambia volto – CREDIT VILLAGE


Intervista a Marcello Grimaldi, Presidente UNIREC

Presidente Grimaldi, come si è posta UNIREC rispetto alla nuova Direttiva sul mercato secondario?
Abbiamo seguito l’evoluzione della normativa sin dalle prime fasi, partecipando attivamente ai lavori europei con FENCA e accompagnando poi l’implementazione italiana in ogni sua tappa. Il nostro approccio è stato proattivo, anche se inizialmente il clima era piuttosto rigido: sembrava che si volesse riservare l’intero perimetro operativo ai soggetti vigilati con licenza 114. Grazie al dialogo instaurato con il MEF, sia nella fase di stesura della normativa primaria che in quella secondaria, siamo riusciti a riequilibrare quell’impostazione iniziale.

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Ci può fare un esempio concreto del contributo di UNIREC?
Certo. Lo dico con fermezza: una delle modifiche più significative alla normativa è figlia del nostro intervento. Penso al comma dell’articolo 5 del Decreto Legislativo 116/2023, che chiarisce come l’attività svolta dalle agenzie 115 in favore di banche, intermediari 106 o soggetti 114 non costituisca gestione di crediti in sofferenza. Quella precisazione non era prevista nella prima stesura. È stato un risultato importante per salvaguardare uno spazio operativo che altrimenti rischiava di essere cancellato.

Nel concreto, quali attività possono svolgere oggi le agenzie 115 TULPS?
Le 115 restano fondamentali nel settore del recupero crediti, soprattutto in ambito stragiudiziale. Possono operare per conto di originator e cessionari non bancari, gestire reti di esattori, svolgere attività di special servicer anche in operazioni di cartolarizzazione e, punto centrale, acquistare crediti in sofferenza di origine bancaria e finanziaria senza limiti patrimoniali. Tuttavia, su crediti non in sofferenza – come gli UTP – l’acquisto è consentito solo entro i limiti stabiliti dal DM 53/2015. Sono escluse dalla possibilità di utilizzare il passporting e non possono acquistare crediti per conto di soggetti non qualificati, come privati o società non vigilate.

E invece gli intermediari 106 TUB?
Gli intermediari 106 sono gli unici autorizzati a erogare finanziamenti. Hanno un perimetro ampio: possono svolgere attività di master servicing, acquistare crediti, agire come fronting bank, investire in immobili connessi al recupero, e operare anche a livello europeo tramite passporting. Tuttavia, il recupero conto terzi è solo accessorio e la gestione di reti di esattori è consentita solo se ciascun esattore ha la propria licenza. Possono collaborare con soggetti regolamentati europei, come SGR, SICAV, GEFIA e fondi EuVECA e EuSEF.

E le società 114 TUB?
Le 114 sono una figura intermedia. Non possono erogare finanziamenti né acquistare crediti in via principale. Tuttavia, possono svolgere attività di special servicer e master legal, partecipare a cartolarizzazioni, recuperare crediti anche non in sofferenza per conto di soggetti regolamentati e operare sul mercato europeo con licenza comunitaria. Una specificità importante: possono acquistare crediti in sofferenza, ma solo in via subordinata – il Gross Book Value non può superare il 50% del totale dei crediti gestiti.

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A suo avviso, come si delineerà il mercato nei prossimi anni?
Credo in un modello a coesistenza. Vedremo l’emergere di nuovi soggetti 114, vigilati, con ambizione europea, ma anche il rafforzamento delle 115, che potranno continuare a offrire servizi su misura grazie a un assetto più snello. Le 114 saranno generaliste e, inevitabilmente, esternalizzeranno alcune attività proprio alle 115. Lo prevede anche la normativa. Inoltre, mi aspetto che molte aziende manterranno entrambe le licenze: la 114 per accedere ai mercati europei e la 115 per sfruttare flessibilità e operatività su crediti in sofferenza.

Ci sono segnali di interesse concreto verso la licenza 114 tra le aziende associate?
Abbiamo voluto verificare in modo anonimo il sentiment interno e abbiamo ricevuto un riscontro importante: 17 società hanno dichiarato interesse concreto a ottenere la licenza 114. È un numero che mostra come il mercato si stia già preparando alla trasformazione.

Presidente, quali sono oggi le principali criticità ancora aperte e su cosa si concentrerà l’attività di UNIREC nei prossimi mesi?
Una delle questioni più urgenti riguarda l’obbligo di iscrizione al ROC per le società 115, che comporta l’assimilazione alle attività dei call center. È una classificazione impropria che penalizza la nostra operatività e che stiamo cercando di superare, perché le aziende di recupero crediti non possono essere trattate secondo normative pensate per tutt’altro ambito. Parallelamente, continuiamo a lavorare su più fronti: dal confronto con le istituzioni alla tutela del ruolo delle 115, fino alla valorizzazione di un ecosistema fondato su complementarità e specializzazione. Vogliamo costruire un mercato regolato ma sostenibile, dove ogni operatore possa trovare la propria collocazione e contribuire, in logica di filiera, all’efficienza del sistema.





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