Edge aiuta le imprese a sfidare le calamità


ALLUVIONI, terremoti e altre calamità. Le catastrofi naturali possono essere una sciagura per il mondo delle imprese, come testimoniano le cronache degli ultimi anni sulle ondate di maltempo che colpiscono un po’ tutta Italia e mettono in ginocchio centinaia di aziende. Non a caso, il mondo delle assicurazioni punta con crescente convinzione sulle polizze che proteggono da questo tipo di rischi. Lo sa bene Manfredo Sciarretta (nella foto a sinistra), ad di Edge, broker assicurativo che mira a ritagliarsi uno spazio significativo nell’offerta di coperture contro i danni destinate proprio al mondo delle imprese. Fondato nel 2014 dallo stesso Sciaretta assieme ad Alessandra Moretti, Edge ha preso forma partendo da una nicchia di mercato ben precisa: clienti corporate (cioè aziendali) sopra i 100 milioni di euro di fatturato, offrendo loro un servizio su misura, alternativo ai colossi internazionali del settore assicurativo.

“Volevamo portare la stessa qualità delle grandi strutture, ma con un approccio molto più snello”, racconta Sciarretta. Dopo una fase iniziale di tipo “artigianale“, Edge ha intrapreso un percorso di espansione basato su acquisizioni mirate: “Non compriamo volumi ma integriamo competenze”, dice ancora Sciarretta, sottolineando la volontà di aggregare realtà del brokeraggio assicurativo che hanno elevate expertise in determinati segmenti di business, nel ramo dei trasporti, in quello delle cauzioni, dell’aviazione o dell’agricoltura, solo per citare qualche esempio.

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Nel gennaio scorso, i piani di sviluppo del gruppo hanno subito un’accelerazione con l’ingresso del fondo britannico Anacap che ha acquisito il 65% del capitale. Il restante 35% è detenuto dai manager e imprenditori del gruppo. Dopo questa intenzione di capitali, Sciaretta non nasconde l’ambizione di far diventare Edge il primo broker assicurativo indipendente italiano, raddoppiando il fatturato ogni biennio. Il punto di partenza è un bilancio che nel 2024 si è chiuso con 25 milioni di ricavi e un ebitda di oltre 5 milioni, con uno staff di 220 persone e 12 filiali. L’obiettivo è di raggiungere un giro d’affari di 50 milioni entro il 2026 e di 100 milioni entro il 2028.

“Il mercato è maturo per il consolidamento”, aggiunge, sottolineando che in Italia ci sono più di 2mila intermediari sotto il milione di euro di fatturato, molti dei quali non riescono più a sostenere i margini di profitto ridotti che vengono imposti loro dalle compagnie assicurative e i crescenti costi di compliance, cioè per le attività burocratiche necessarie a rispettare le regole di trasparenza e conformità legale richieste dalle autorità di vigilanza.



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