Veneto, meno imprese nel terziario ma crescono le filiali nei settori turistico e digitale


Il sistema imprenditoriale del terziario in Veneto sta attraversando un cambiamento strutturale profondo: meno imprese con sede principale, ma più filiali operative su scala provinciale. È quanto emerge dal recente report di Confcommercio Veneto, elaborato in collaborazione con Unioncamere Veneto, che fotografa la dinamica demografica delle imprese del terziario di mercato nella regione.

Nel 2025 il numero delle sedi d’impresa è sceso a 126.513 unità, segnando un calo dell’1,9% rispetto al 2024, ovvero 2.391 realtà in meno. Queste rappresentano il 30% del totale regionale. Tuttavia, in parallelo, le unità locali dipendenti — filiali, succursali o punti operativi — sono aumentate dell’1,1%, raggiungendo quota 51.227, ovvero il 45% del totale regionale, a indicare una redistribuzione territoriale e funzionale delle attività.

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Settori in sofferenza e settori in crescita

Il comparto più colpito da questa evoluzione negativa è la filiera del commercio, comprendente ingrosso, logistica e vendita al dettaglio, dove la riduzione delle sedi non è compensata dalla crescita delle unità locali. Questo si traduce in una vera e propria riduzione fisica della presenza commerciale sul territorio, specialmente nei negozi di vicinato.

Nel dettaglio:

  • Ingrosso alimentari e bevande: -2,3% sedi, -0,4% unità locali

  • Beni di consumo finale all’ingrosso: -3,2% e -1,7%

  • Negozi alimentari specializzati: -3,7% e -1,2%

  • Abbigliamento: -4,7% e -2%

  • Calzature: -5,3% e -2,4%

  • Ambulanti: -6,5% sedi ma +1,7% unità locali

  • Ristorazione: -2,1% sedi e +1,4% unità locali

  • Logistica: -6,1% e +0,1%

A fronte di queste difficoltà, alcuni settori mostrano segnali di vivacità imprenditoriale, soprattutto in ambiti legati al turismo, alla mobilità e alla tecnologia:

  • Alloggio: +5,2% sedi e +8,5% unità locali

  • Intermediazione immobiliare: +5,2% e +1,5%

  • Trasporto tramite noleggio con conducente: +4% e +10%

  • Software e consulenza informatica: +1,3% e +1,2%

La tendenza riflette un cambiamento nei comportamenti dei consumatori e nelle priorità delle famiglie, come spiegato da Antonio Santocono, presidente di Unioncamere Veneto. La crisi dei consumi legata all’inflazione ha spinto le famiglie a ricostituire i risparmi, riducendo la spesa per beni e spostandola sui servizi, soprattutto digitali e legati alla mobilità.

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Un nuovo equilibrio urbano

Patrizio Bertin, presidente di Confcommercio Veneto, esprime preoccupazione per il calo delle attività commerciali tradizionali, in particolare i negozi di vicinato: “Senza di essi, una città diventa meno città”, sottolinea. Secondo Bertin, la sfida per le imprese è adattarsi ai nuovi scenari investendo in innovazione e transizione digitale, per non subire ma guidare il cambiamento.





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