Patuelli: “L’Ue semplifichi le regole sulle banche. Con Trump incertezze dagli Usa”


«In Europa serve più semplificazione per le banche. Da Trump è arrivata una scossa per l’Ue, e la credibilità degli Usa è in calo. La Bce mi attendo che tagli ancora, ma il tasso terminale è vicino». Antonio Patuelli, presidente dell’Associazione bancaria italiana (Abi), ha ricevuto il premio BancaFinanza a Torino. E fa il punto sullo scenario globale, ma senza dimenticare le sfide continentali. Ed è per questo che rimarca che l’Ue ha bisogno di «biodiversità e concorrenza in ambito bancario» per competere con i giganti di Wall Street e dell’Asia.

Capitolo dazi. Si aspettava tutte le turbolenze?

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

«Dal novembre 2023 i tassi di mercato, in Europa e Italia, hanno anticipato le riduzione del costo del denaro che poi sarebbero arrivate da parte della Bce. C’è stato un andamento costante di questo fenomeno prima dell’annuncio sui dazi. Fenomeno che ha avuto ripercussioni su tutti i tassi dell’Occidente. C’è stata una lieve gobba negli andamenti, ma non dobbiamo spaventarci. Il 9 maggio si è toccato il minimo dell’Euribor di questi anni, con un tasso del 2,12%. E anche l’Irs ha avuto un andamento analogo. Allo stesso tempo lo spread ha avuto movimenti al ribasso. Questo dipende sia dalla credibilità dell’economia italiana sia dalle difficoltà tedesche».

Cosa significa?

«Anche con questa apertura della stagione di tremendismo sulle tariffe doganali, l’euro resta un’ancora. Dobbiamo ricordare quanto erano i tassi d’interesse con la lira? Quello più basso dal 1861 all’introduzione dell’euro è stato intorno al 3,50%. Con l’euro c’è un vantaggio per famiglie e imprese».

Fra poco c’è la nuova riunione della Banca centrale europea (Bce). Cosa aspettarci?

Assistenza e consulenza

per acquisto in asta

 

«La Bce decide momento per momento in base ai dati. Non siamo molto lontani dal tasso terminale, visto che siamo con i depositi a quota 2,25%. Non sarebbe una gran sorpresa una riduzione di un quarto di punto. Certo, però, bisogna monitorare che non succedano choc nei prossimi giorni. Poi, che sia già a giugno o che sia a luglio, poco cambia».

Uno dei punti della seconda amministrazione Trump è la deregolamentazione.

«Non è una novità di Trump. Abbiamo avuto varie fasi analoghe. Abbiamo il ricordo tragico del crac di Lehman Brothers. La deregolamentazione porta dei rischi. La linea in Europa dovrebbe essere quella della semplificazione delle norme economiche e finanziarie. Vale a dire non un ambiente senza regole, ma allo stesso tempo non si deve scadere nella burocratizzazione. Nell’Unione bancaria e nell’Ue occorrono codici di diritto chiari e sono lieto che la Commissione europea abbia recepito le richieste a favore di investimenti e risparmio».

Washington ha perso l’ultima tripla A, quella di Moody’s. Sorpreso?

«Mi stupisco dello stupore. Se le agenzie di rating hanno un unico metro di giudizio, non potevano fare altrimenti. Oltre a un problema di credibilità c’è prima quello dei conti pubblici. Non è un tabù parlarne».

Uno dei temi più importanti a livello europeo è il consolidamento bancario. Servono più banche paneuropee?

«Servono due elementi. Primo, la biodiversità. Secondo, la concorrenza nell’ambito bancario. In questa logica non ci può essere uniformità di modelli di business, di dimensioni, di azionariati, di tipologie societarie. L’opportunità è che nella biodiversità ci siano anche banche europee di dimensioni competitive con quelle americane e asiatiche».

Come si può?

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

«È un processo che non può avvenire per obblighi o forzature. Non deve essere usato il forcipe. Deve accadere con le scelte delle imprese bancarie di maggiore dimensioni che abbiano queste strategie e che colgano le opportunità di mercato a livello europeo. Codici di diritto comunitari possono essere indispensabili per avere finalmente una normativa per l’Unione bancaria europea».

Come smobilitare il risparmio per gli investimenti, come suggerito dal Rapporto Draghi?

«Con una maggiore diffusione della cultura del risparmio. Che può portare dunque a una maggiore consapevolezza in generale. Un conto corrente è uno strumento di servizio, non di investimento. Le banche, in questo senso, hanno un grande ruolo di intermediazione».

Arriviamo alla regolamentazione. Come vede Basilea III+?

«È un accordo fra banche centrali dell’Occidente. È entrato in vigore in Europa il 1° gennaio 2025, ma non negli Stati Uniti. Ed è un problema non solo dell’amministrazione Trump, ma di Biden. Entrambe hanno rallentato l’entrata in vigore. E questo crea una concorrenza atipica. Se si concordano le regole, poi bisogna applicarle. Questa è una delle ragioni per cui la credibilità degli Usa, al di là delle amministrazioni, è in calo in ambito finanziario».

Le istituzioni europee stanno spingendo molto l’euro digitale. Può essere un progetto capace di raccogliere un largo consenso?

«Vedo il terremoto degli annunci di Trump come una scossa per l’Europa. E fra le spinte c’è anche quella sull’euro digitale, così come alla creazione di un circuito europeo privato delle transazioni. Vedremo cosa sarà determinato, ma è chiaro che la stabilità bancaria degli istituti di credito si basa su due pilastri. Primo, quello patrimoniale. Secondo, sulla liquidità strutturale. È indispensabile che qualsiasi iniziativa europea di circuiti tecnologici sui pagamenti, pubblici o privati, parta dalla salvaguardia della liquidità delle banche e quindi della stabilità. Non si può limitarla perché a patire poi sarebbe il settore dei prestiti a famiglie e imprese».

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Dilazione debiti

Saldo e stralcio