Economia circolare: Italia leader in Europa


L’Italia si conferma leader in Europa per economia circolare, prima tra le grandi economie dell’UE e seconda in assoluto dopo i Paesi Bassi. Tuttavia, la forte dipendenza dalle importazioni di materie prime – pari al 48% del fabbisogno nazionale contro una media UE del 22% – rappresenta un limite alla competitività del sistema industriale italiano.

È quanto emerge dal Rapporto 2025 sull’economia circolare elaborato dal Circular Economy Network in collaborazione con Enea e presentato oggi durante la 7ª Conferenza nazionale sull’economia circolare. Il quadro è positivo ma presenta segnali di rallentamento: bene l’uso efficiente delle risorse, il riciclo e il tasso di utilizzo circolare dei materiali, ma in calo investimenti e occupazione nel settore.

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A destra, Claudia Brunori, direttrice del Dipartimento Sostenibilità di Enea

«Bene ma non benissimo», ha sintetizzato Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. «Serve un cambio di prospettiva: non basta gestire bene i rifiuti, bisogna agire a monte progettando prodotti più durevoli e promuovendo un mercato efficiente delle materie prime seconde».

Nel 2024 le pratiche circolari hanno generato un risparmio di 16,4 miliardi di euro per le imprese manifatturiere italiane, secondo Cassa Depositi e Prestiti. Uno scenario più ambizioso potrebbe far risparmiare 82,5 miliardi di euro in importazioni al 2030 e ridurre i rifiuti prodotti di 17 milioni di tonnellate.

Claudia Brunori, direttrice del Dipartimento Sostenibilità di Enea, ha sottolineato come l’Italia eccella per produttività delle risorse (4,3 €/kg contro 2,7 della media UE) ma resti indietro negli investimenti per l’economia circolare: -22% rispetto al 2019.

Tra le opportunità evidenziate, il potenziale delle biotecnologie circolari, il recupero di materie critiche come alluminio, rame e fosforo e l’adozione di un sistema economico basato sull’eco-design. Il Circular Economy Act atteso nel 2026 darà ulteriore slancio alla transizione.

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Saldo e stralcio

 

Il Rapporto invita l’Italia ad agire con urgenza per non perdere il vantaggio competitivo maturato negli ultimi anni. Rafforzare la circolarità, conclude il documento, è una leva strategica per rilanciare la manifattura nazionale, ridurre i rischi legati alle crisi internazionali e contribuire alla neutralità climatica.





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