La ricerca come l’AI: gli annunci di von der Leyen a casa di Macron


Basteranno 500 milioni di euro per far scegliere l’Europa ai ricercatori americani? L’annuncio di Ursula von der Leyen dalla Sorbona di Parigi durante la conferenza voluta dal leader francese Emmanuel Macron – dal nome eloquente: “Scegliete l’Europa per la scienza” – promette libertà a chi si sente minacciato dalle politiche dell’amministrazione Trump, anche se la presidente della Commissione europea non cita direttamente gli Stati Uniti.

Il riferimento però è chiaro. Von der Leyen vuole che ricercatori e scienziati “scelgano l’Europa”, per lavorare in un continente dove la scienza “resterà aperta e libera”. In America, intanto, diversi atenei sono finiti nel mirino di Trump.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Lanciando l’iniziativa ‘Choose Europe’ da mezzo miliardo, von der Leyen si limita a dire che “purtroppo nel mondo di oggi il ruolo della scienza è messo in discussione. L’investimento nella ricerca fondamentale, libera e aperta è messo in dubbio. Che errore colossale”.

La polemica Italia-Francia e il caso AI

Intanto la conferenza francese che ha ospitato von der Leyen non è piaciuta molto in Italia, che non ha inviato il ministro dell’Università e della ricerca Annamaria Bernini (c’era, però, l’ambasciatrice a Parigi Emanuela D’Alessandro in coordinamento con il ministero).

Repubblica ha ricostruito che la percezione a Roma sia quella di un evento creato per esaltare l’ecosistema di ricerca e innovazione francese.

L’annuncio da 500 milioni di euro ricorda la presentazione del piano di von der Leyen per l’intelligenza artificiale (InvestAI), avvenuta lo scorso febbraio: anche in quel caso un evento prettamente francese ospitato da Emmanuel Macron. Anche in quel caso, annunci altisonanti: l’Ue ha promesso 200 mld per l’AI, la Francia 100.

La tua casa è in procedura esecutiva?

sospendi la procedura con la legge sul sovraindebitamento

 

Duecento mld di euro, 100mila chip, 4 gigafactory: i numeri del piano AI dell’Ue

Per Roma – che avrebbe avuto pochissimi giorni di preavviso sull’evento dedicato alla ricerca – c’è un tema politico, con il ministero che ha sottolineato che l’Italia ha già avviato la sua iniziativa per i ricercatori internazionali: un bando da 50 mln di euro per ricercatori all’estero, lanciato dal ministero guidato da Bernini.

Sul tema specifico della Conferenza, fanno sapere fonti dell’ambasciata, “verrà evidenziato che il nostro Paese è già attivamente impegnato nel favorire non solo il rientro dei talenti italiani attualmente coinvolti in progetti di ricerca all’estero, ma anche nell’aumentare l’attrattività del Paese nei confronti di ricercatori stranieri”. Secondo le fonti, l’Italia considera il Consiglio competitività e ricerca, in programma il 23 maggio a Bruxelles, l’occasione ideale e il formato istituzionale più appropriato per un confronto efficace tra Stati membri.

L’ambasciata ha anche fatto sapere che come richiesto dalla commissaria europea Ekaterina Zaharieva, l’Italia sta fornendo alla Commissione europea l’insieme delle misure nazionali adottate per attrarre scienziati e ricercatori da ogni parte del mondo, una misura utile per un eventuale coordinamento e armonizzazione delle iniziative a livello europeo. Va ricordato però che a fare da innesco all’iniziativa europea è stata una lettera firmata da 12 ministri della ricerca europei. Tra i Paesi firmatari non c’era l’Italia.

Il piano triennale di von der Leyen e il super grant da sette anni

Ma in cosa consiste il piano europeo presentato a Parigi? Per la presidente della Commissione, “la scienza è un investimento. E noi dobbiamo offrire gli incentivi giusti. Per questo posso annunciare che presenteremo un nuovo pacchetto da 500 mln di euro per il 2025-27 per fare dell’Europa una calamita per i ricercatori”.

L’Ue, continua von der Leyen, intende creare un “nuovo super-grant da sette anni (il periodo coperto dal Quadro finanziario pluriennale, ndr) nell’ambito dell’Erc”, cioè l’European Research Council che già oggi riconosce dei bonus ai ricercatori di rientro dagli Stati Uniti.

Già quest’anno potranno ricevere il doppio della cifra, spiega von der Leyen. “E voglio estendere questo sostegno anche al 2026 e 2027″. Secondo il piano Ue per chi sceglierà l’Europa ci saranno, in sostanza, più soldi e contratti di ricerca più lunghi. “Amplieremo il sostegno nei prossimi due anni, con incentivi mirati in settori di frontiera, come l’intelligenza artificiale”, dice von der Leyen.

La presidente dice di essere consapevole del fatto che” i ricercatori in Europa devono ancora affrontare una burocrazia eccessiva, o troppo complessa, rispetto ad altre parti del mondo. Sappiamo che il percorso dalla ricerca fondamentale all’impresa e al mercato non è abbastanza semplice o veloce qui in Europa. Sappiamo di dover offrire il meglio in una prospettiva a lungo termine. Siamo pronti ad affrontare questo problema a testa alta. Vogliamo che l’Europa continui a essere all’avanguardia nella ricerca fondamentale”.

Aste immobiliari

 il tuo prossimo grande affare ti aspetta!

 

L’offensiva di Trump

A fine marzo Nature ha pubblicato un sondaggio che parla chiaro: il 75% degli scienziati che hanno partecipato stanno considerando di abbandonare gli Usa.

L’offensiva di Donald Trump nei confronti degli atenei della Ivy League ha provocato la corsa ai talenti in fuga dagli Usa. A fare più notizia è stato il taglio di 2,2 mld ai fondi di Harvard (che ha comunque un budget tra i più alti al mondo) da parte della Casa Bianca dopo il rifiuto da parte dell’università di adottare le misure chieste dal governo per limitare l’attivismo degli studenti dell’università – che in questi anni ha sollevato molte polemiche legate all’antisemitismo.

Ma anche i tagli da parte del Doge di Elon Musk alle agenzie federali, come i National institutes of Health, avrebbero indotto le università americane a stringere sui programmi di ricerca.

Le iniziative europee per i ricercatori internazionali (e Usa)

Intanto i programmi europei per i ricercatori internazionali (e soprattutto Usa) si moltiplicano. Tra le iniziative più importanti ci sono proprio quelle francesi e quelle italiane, ma anche tedesche.

In Francia il Cnrs (Centro Nazionale della Ricerca Scientifica) ha lanciato recentemente un programma volto ad attrarre nel Paese ricercatori dagli Usa.

L’Università Aix-Marseille ha avviato un programma da 15 mln di euro per reclutare ricercatori degli Usa. Ha ricevuto oltre 150 candidature, da atenei come Yale e Stanford, ma anche dalla NASA. Il nome dell’iniziativa? “Safe place for science”.

La Max Planck Society tedesca ha lanciato un programma per creare centri di ricerca congiunti con istituzioni statunitensi, offrendo posizioni post-dottorato e per giovani ricercatori. Il numero di domande da parte di ricercatori basati negli USA è raddoppiato, segnalando un forte interesse.

La tua casa è in procedura esecutiva?

sospendi la procedura con la legge sul sovraindebitamento

 

In Italia il bando da 50 milioni di euro per attrarre giovani ricercatori, italiani e stranieri, è stato lanciato già a inizio aprile. I ricercatori devono aver vinto finanziamenti ERC (Starting o Consolidator Grants) e devono lavorare all’estero.

L’obiettivo è creare nuove posizioni in Italia per progetti di ricerca di durata triennale, con particolare attenzione a settori come supercalcolo, biotecnologie e tecnologie quantistiche.

L’avviso prevede, per ciascun progetto, un contributo massimo di un milione di euro e una durata fino a 36 mesi.

Sempre in Italia un manifesto lanciato dal fisico Roberto Battiston, dell’Università di Trento, e dal filosofo della scienza Silvano Tagliagambe, professore emerito dell’Università di Sassari, ha raccolto un migliaio di firme: l’obiettivo era proprio quello di raccogliere i ricercatori che stanno avendo difficoltà negli Stati Uniti.

Il ritardo dell’Europa rispetto agli Usa

L’obiettivo a medio e lungo termine è “raggiungere l’obiettivo del 3% del Pil per gli investimenti in ricerca e sviluppo entro il 2030″.

Secondo Eurostat, nel 2023 la spesa in ricerca e sviluppo dell’Ue è stata pari al 2,22% del Pil, pari a 381 miliardi di euro, praticamente la stessa cifra del 2022. Nello stesso anno gli Usa hanno speso il 3,59% del Pil, secondo dati della Banca Mondiale, ben sopra l’obiettivo che l’Ue mira a raggiungere tra cinque anni.

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

“Come dimostra la storia della Sorbona e delle nostre eccellenti università, il progresso prospera nella libertà, nell’apertura e nella collaborazione”, ha detto von der Leyen. “Quindi, a ogni ricercatore, in patria o all’estero, a ogni giovane ragazza e ragazzo che sogna una vita nella scienza, come un tempo fece Maria Skłodowska Curie, il nostro messaggio è chiaro: scegli la scienza. Scegli l’Europa”, dice la presidente, mentre si cominciano già a intravedere i presupposti per una guerra del talento tra Stati membri.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta