NEXT: a Milano la ‘Davos’ dei leader di domani  


Sicurezza, conflitti, cambiamento climatico, intelligenza artificiale e disinformazione, sostenibilità e giustizia intergenerazionale: sono alcuni dei temi al centro del NEXT Milan Forum, Empowering Future Leaders organizzato da ISPI, Bocconi e OECD con la knowledge partnership di Deloitte, in corso da oggi fino al 7 maggio. Obiettivo del progetto è offrire a una comunità globale di giovani tra i 20 e i 35 anni, provenienti da tutto il mondo, una piattaforma in cui confrontarsicon personalità di alto livello, leader politici e massimi esperti e far sentire la loro voce. Tra gli speaker figurano Abhijit Banerjee e Michael Spence, entrambi premi Nobel per l’Economia, Ngozi Okonjo-Iweala (Wto), Rafael Mariano Grossi (Aiea), Mirjana Spoljaric Egger (Cicr), e Nirmala Sitharaman, ministra delle Finanze indiana. I lavori includono workshop a porte chiuse presso Palazzo Clerici, sede dell’ISPI dove si riuniscono tre gruppi distinti, provenienti dal mondo dei think tank, dal settore pubblico e dal mondo delle imprese, per sviluppare proposte di policy concrete e condivise. “L’obiettivo è ambizioso – ha dichiarato Paolo Magri, Presidente del Comitato Scientifico dell’ISPI – Attraverso un percorso di due anni che prevede, oltre al Forum milanese, masterclass e workshop virtuali, miriamo a costruire una comunità globale di Future Leaders. Una sorta di ‘Davos dei giovani’, in cui proprio i giovani possano confrontarsi e far sentire la propria voce attraverso concrete idee di policy’. 

Le idee dei giovani al centro dell’agenda globale? 

NEXT non si limita a un semplice scambio di idee: grazie a una collaborazione con il Think20 sudafricano e il Think7 canadese – gruppi di riferimento per i think tank del G20 e G7 – le migliori proposte elaborate dai giovani partecipanti saranno selezionate e trasmesse ai leader globali, offrendo un contributo concreto al dibattito internazionale. Anche il Rettore dell’Università Bocconi, Francesco Billari, sottolinea l’importanza dell’evento: “NEXT rappresenta un’occasione unica per i giovani di confrontarsi con esperti di primo piano su tematiche chiave come la sicurezza, l’intelligenza artificiale e la sostenibilità”. Per Fabio Pompei, CEO di Deloitte Italia, questa edizione assume un valore ancora più strategico: “Viviamo un’epoca di grandi incertezze e creare spazi di dialogo dove i giovani possano proporre soluzioni concrete è essenziale per affrontare le sfide globali. Il nostro ruolo di Knowledge Partner ci permetterà di supportarli nel trasformare le loro idee in progetti ad alto impatto”. 

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Dalle sfide del passato a quelle del futuro? 

L’evento in corso si basa sulle edizioni dei precedenti Future Leaders’ Global Policy Forum, un’occasione per discutere sfide cruciali e questioni di attualità con personalità di alto livello, policy maker e rappresentanti della comunità imprenditoriale internazionale. In passato, agli incontri hanno partecipato figure di spicco come Volodymyr Zelensky, Antonio Guterres, Maia Sandu, Kristalina Georgieva e Samantha Cristoforetti, affrontando i temi più vari, dalla guerra in Ucraina alla transizione ecologica e dalla digitalizzazione allo sviluppo e all’inclusione sociale. “Viviamo in un momento di grandi cambiamenti, soprattutto per il mondo del commercio internazionale, ma questa non è una situazione del tutto nuova. Già negli anni ’30 ci fu un aumento dei dazi in conseguenza della Grande Depressione che contribuì al crollo degli scambi internazionali. In quell’occasione abbiamo imparato lezioni importanti e oggi è più che mai importante ricordarle”, ha sottolineato Ngozi Okonjo-Iweala, direttrice generale del Wto, mentre Mirjana Spoljaric Egger ha ricordato l’importanza di attori neutrali in un contesto internazionale in cui si moltiplicano i conflitti: “Rispettare la neutralità della Croce Rossa è essenziale per permetterci di aiutare i civili, decidere di non farlo è una dichiarazione di guerra alle vittime inermi”.  

Sfide globali, opportunità condivise? 

Negli ultimi anni la spesa militare è cresciuta, ma le risorse restano limitate. Il mondo è appena uscito da una lunga stagione di policrisi — dalla crisi finanziaria del 2008 alla pandemia di Covid-19 — e oggi si trova ad affrontare nuove incertezze, alimentate anche dal ritorno di Donald Trump sulla scena internazionale. Secondo Michael Spence, Premio Nobel per l’Economia nel 2001, l’Europa “ha ancora molto da fare per rafforzare la propria economia: servono maggiori investimenti, più risorse finanziarie e l’abbattimento delle barriere che ostacolano il pieno sviluppo del talento”. Tuttavia, aggiunge, le sfide poste dalle politiche dell’era Trump potrebbero paradossalmente offrire all’Europa “un’occasione concreta per imboccare la strada giusta e migliorare la propria condizione economica”. Anche secondo Robin Niblett, già direttore del think tank Chatham House “di fronte a questo scenario è fondamentale che l’Europa e le medie potenze regionali assumano un ruolo più incisivo”. In un contesto segnato da crescente instabilità geopolitica, dalla crisi del sistema commerciale multilaterale e dall’accelerazione dei cambiamenti climatici, l’Europa si trova inoltre a fronteggiare sfide senza precedenti. Non potrà farlo se non attraverso una cooperazione più stretta e strutturata. 



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