Su 18mila assunti 4mila stranieri


“Nel 2024 sono stati quasi 4mila, 3.856, gli ingressi previsti di personale immigrato su un totale di 18.810 assunzioni complessive, pari al 20,5% del fabbisogno locale”. Ovvero, in Polesine oltre un’assunzione su cinque è stata di un “non polesano”. E questo è un numero approssimato per difetto. Che conferma comunque come il fabbisogno di forza lavoro, a Rovigo come nel resto del Veneto, ma in tutto il Paese, ha necessità di pescare fuori dai confini, a causa del cosiddetto “inverno demografico”, con il calo delle nascite e l’aumento progressivo dell’età media. A Rovigo il tasso di dipendenza strutturale, che indica la percentuale di persone in fasce considerate non produttive, ovvero under 15 e over 64, per ogni persona di età nella fascia 15-64anni, è passato dal 50% del 2005 al 62,2% del 2024.

E’ anche per questo che, come nota Confartigianato Imprese Veneto, “il Veneto si trova ad affrontare una crescente necessità di lavoratori immigrati. Secondo i dati del Sistema informativo Excelsior, elaborati dall’Ufficio studi di Confartigianato Imprese Veneto, le imprese della regione nel 2024 hanno previsto oltre 108 mila assunzioni di personale straniero, pari al 21,6% del totale. Di queste, 10.070 riguardano il comparto artigiano, un chiaro segnale della difficoltà crescente nel reperire manodopera interna, soprattutto in settori che richiedono competenze tecniche e lavoro manuale. Approfondendo l’analisi settoriale, emerge che la domanda di lavoratori immigrati nelle imprese artigiane si concentra soprattutto in alcuni comparti chiave. Le costruzioni guidano la classifica con il 22,4% di incidenza e 33.390 ingressi previsti, confermandosi il settore con il maggiore fabbisogno in valori assoluti. Seguono altri servizi (esclusi commercio, alloggio, ristorazione e turismo) con il 18,5% e 22.350 ingressi; manifatturiero esteso (inclusi estrattivo e public utilities) con il 16,6% e 26.320 ingressi; alloggio, ristorazione e turismo con il 16,2% e 7.620 ingressi; Commercio con il 13,1% e 3.710 ingressi. Nel complesso, il settore dei Servizi rappresenta il 17,2% delle entrate totali di personale immigrato nell’artigianato, pari a 33.680 unità”. Anche nella provincia di Rovigo il fenomeno si fa sentire: pur mancando dati specifici per il comparto artigiano locale e le assunzioni effettive, è evidente che anche il Polesine condivide le stesse criticità regionali.

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“Questi numeri rappresentano un campanello d’allarme per il nostro sistema produttivo, che inevitabilmente si ripercuote sugli aspetti sociali – spiega Marco Campion, presidente di Confartigianato Polesine – Sempre più imprese fanno fatica a trovare manodopera interna, soprattutto nelle aziende artigiane. In molti casi, senza i lavoratori stranieri oggi non potremmo garantire la continuità produttiva, ma facciamo fatica a trovare anche quelli”.

Campion rilancia la necessità di un approccio più strategico e concreto da parte delle istituzioni: “Non possiamo limitarci a gestire i flussi con numeri e quote. Serve una politica del lavoro che sappia leggere i bisogni reali delle imprese e investa su percorsi strutturati. La priorità è rafforzare la formazione professionale, con corsi mirati per rispondere alle richieste dei nostri artigiani. Serve anche una vera collaborazione tra imprese, enti locali e scuole, per accompagnare l’ingresso di nuovi lavoratori in modo guidato, e non improvvisato. Allo stesso tempo, è fondamentale semplificare il riconoscimento delle competenze acquisite all’estero, che oggi richiede tempi troppo lunghi e procedure complicate. Dobbiamo costruire percorsi che uniscano lavoro, lingua, cultura e diritti, perché chi arriva possa davvero diventare parte della nostra comunità. Non ci serve manodopera di passaggio: abbiamo bisogno di persone che si fermino, crescano con le imprese, diventino parte del nostro territorio. Purtroppo abbiamo in Polesine anche il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione, del calo demografico, della diminuzione delle nascite. Se riuscissimo a trovare un percorso di vera integrazione potremmo contribuire ad invertire anche questo trend”. A livello nazionale, le imprese italiane prevedono oltre 1 milione di ingressi di immigrati nel 2024, e le stime indicano che nei prossimi 5 anni l’artigianato assorbirà 66.000 lavoratori stranieri. Il trend riguarda tutto il Paese.





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