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Italia, possibile ulteriore calo redditività per imprese esposte a tensioni commerciali- Bankitalia


MILANO (Reuters) – La redditività delle imprese attive nei settori più esposti alle tensioni commerciali potrebbe diminuire ulteriormente dopo la flessione già vista lo scorso anno.

Lo dice Banca d’Italia nel “Rapporto sulla stabilità finanziaria”, il primo di quest’anno.

Dilazione debiti

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“In prospettiva, la vulnerabilità del settore è esposta alle forti incertezze legate all’andamento della crescita e alle ripercussioni delle tensioni geopolitiche e commerciali sui prezzi delle materie prime e sulle esportazioni”, si legge nel rapporto che Via Nazionale diffonde due volte l’anno.

Dopo i dazi Usa, Banca d’Italia ha rivisto al ribasso a inizio mese le proprie stime per la crescita di quest’anno portandole a 0,5% da 0,7% di dicembre, in linea con quanto fatto dal governo che le ha ridotte a 0,6% dal precedente 1,2% di settembre.

Nello scenario di base formulato da Banca d’Italia, cioè in quello coerente con il rallentamento dell’economia previsto dalle sue ultime previsioni, la quota di imprese vulnerabili resterebbe pressoché costante, al 27%.

“In un quadro più avverso, invece, cioè che presuppone un calo del fatturato coerente con le nostre stime relative all’effetto diretto dei dazi imposti dagli Stati Uniti, la percentuale delle imprese vulnerabili aumenterebbe in misura limitata, rispettivamente di 2,3 punti percentuali”, si legge nel documento.

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Saldo e stralcio

 

Nel Rapporto sulla stabilità finanziaria, Bankitalia parla di condizioni del sistema bancario “stabili e solide” sebbene avverta che “in prospettiva si potrebbe osservare un deterioramento della qualità del credito alle imprese, anche se l’elevato capitale è un elemento di maggiore robustezza rispetto al passato”.

Bankitalia si sofferma sul fatto che il sistema finanziario italiano “presenta una maggiore vulnerabilità allo stress idrico e agli incendi” sulla base degli indicatori sul rischio climatico fisico elaborati dal Sistema europeo delle banche centrali europee (Sebc).

“Nel medio periodo il rischio legato allo stress idrico aumenterebbe significativamente, mentre quello connesso con gli incendi rimarrebbe pressoché stabile”, spiega Via Nazionale.

“L’esposizione al rischio di siccità è nel complesso in linea con la media europea. Quello di alluvioni fluviali, attualmente contenuto, rimarrebbe moderato anche nello scenario prospettico”, aggiunge.

(Sara Rossi, editing Stefano Bernabei)



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