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Merito creditizio, alla Cattolica sale in cattedra Bankitalia


“Il sistema interno di Bankitalia per la valutazione del merito di credito delle imprese di territorio” è stato il tema del convegno, che si è svolto nel pomeriggio di giovedì 10 aprile all’Università Cattolica di Piacenza, rivolto a banche, commercialisti e studenti. A introdurre l’argomento è stato Massimo Calvisi, direttore della filiale della Banca d’Italia di Piacenza, il quale ha sottolineato come «la valutazione del merito creditizio consenta alle banche di conoscere l’affidabilità delle imprese finanziate – definendolo – un aspetto particolarmente rilevante, soprattutto nei momenti di crisi». Ad approfondire il tema sono stati Marisa Franzoni e Sonia Carlini, della Divisione Icas della Banca d’Italia di Bologna, insieme a Simone Narizzano, della Divisione Valutazione del merito creditizio e del Servizio Gestione Rischi Finanziari della Sede Centrale della Banca d’Italia a Roma. Con loro, anche i professori di Diritto commerciale Claudio Frigeni e Ivan Demuro, docenti della Cattolica.

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«Dal 2013 – ha spiegato Simone Narizzano – Bankitalia dispone di un sistema interno per la valutazione del merito di credito delle imprese non finanziarie italiane (In-house Credit Assessment System, o Icas). Il nostro obiettivo principale è supportare le banche nell’attuazione della politica monetaria, valutando le imprese da loro finanziate. La nostra analisi consente infatti l’immissione di liquidità nel sistema bancario: più elevato è il giudizio sull’impresa, maggiore sarà la quantità di liquidità che essa potrà ottenere dall’Eurosistema. Tra i principali parametri valutati figurano la sostenibilità del debito, il grado di patrimonializzazione e la capacità di generare cassa».

Le banche commerciali utilizzano le valutazioni Icas per quantificare il rischio di credito dei prestiti concessi alle imprese, che vengono poi conferiti come garanzia nelle operazioni di politica monetaria dell’Eurosistema. Sistemi analoghi sono utilizzati anche dalle banche centrali nazionali di Austria, Francia, Germania, Grecia, Portogallo, Slovenia e Spagna.

Marisa Franzoni, responsabile della Divisione casdella Banca d’Italia di Bologna, ha illustrato il funzionamento del sistema: «L’Icas di Bankitalia si basa su una componente statistica e su una successiva fase di valutazione, sia qualitativa che quantitativa, condotta da analisti finanziari. La componente statistica, aggiornata mensilmente, calcola la probabilità di insolvenza a un anno per le imprese non finanziarie italiane, integrando i punteggi forniti da due sotto-modelli. Questi analizzano rispettivamente lo stato e l’evoluzione dell’indebitamento verso il sistema finanziario e le caratteristiche strutturali dell’impresa».

Gli indicatori utilizzati derivano da dati individuali rilevati nella Centrale dei Rischi e da informazioni di bilancio. La componente statistica considera imprese non finanziarie (e anche soggetti privati) con un’esposizione complessiva pari o superiore a 30mila euro segnalata alla Centrale dei Rischi.

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Da quest’anno, inoltre, la valutazione esperta includerà anche i rischi connessi ai cambiamenti climatici. Le controparti bancarie che adottano il sistema di valutazione interno della Banca d’Italia ricevono, con cadenza mensile, un elenco aggiornato delle imprese da esse segnalate alla Centrale dei Rischi che risultano valutate dall’Icas. Questo sistema di monitoraggio permette di aggiornare tempestivamente la valutazione di un’impresa e, se necessario, di escludere i relativi prestiti dal novero di quelli considerati idonei come garanzia.



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