Un sequestro preventivo da oltre 1,1 milioni di euro è stato disposto a carico di una società e di uno degli indagati nell’ambito di una complessa inchiesta condotta dalla Guardia di finanza di Bari su presunte irregolarità nei finanziamenti pubblici destinati alla riqualificazione turistica in Puglia. Al centro del caso, la trasformazione di una masseria in un hotel a 4 stelle nella zona di Torre San Giovanni, nel comune di Ugento.
I destinatari delle accuse sono due imprenditori e un commercialista, tutti pugliesi: Vittorio Andidero, 58 anni, di Bari, e Giancarlo Lucrezio, 67, di Ugento, attivi nell’edilizia; Marco De Marco, 66enne di Lecce, è invece il consulente contabile coinvolto. Le ipotesi di reato comprendono truffa aggravata ai danni dello Stato, autoriciclaggio e illecito amministrativo dipendente da reato.
L’operazione nasce da uno stralcio di un’indagine più ampia su reati fallimentari, durante la quale sono emerse irregolarità legate all’accesso ai fondi del programma regionale “Pia turismo”, previsto per sostenere le medie imprese nei progetti integrati di investimento. Il finanziamento pubblico previsto copriva fino al 50% delle spese.
Secondo la ricostruzione delle fiamme gialle, i soggetti coinvolti avrebbero falsamente attestato l’esecuzione di lavori mai realizzati, tramite dichiarazioni mendaci e documentazione bancaria artefatta, allo scopo di ottenere la prima tranche del contributo, pari a oltre 1,1 milioni di euro, su un investimento simulato di circa 1,4 milioni.
Le anomalie contestate includono anche pagamenti con assegni privi di copertura, false riserve patrimoniali nel bilancio societario del 2019 e dichiarazioni gonfiate sull’avanzamento dei lavori, elementi chiave per incassare ulteriori fondi pubblici. In particolare, sarebbe stato simulato il raggiungimento del 50% dell’opera per accedere alla seconda tranche del finanziamento, dichiarando infine il completamento del 97,66% dell’intervento.
Il sequestro, emesso dal gip su richiesta della Procura di Bari, anticipa gli sviluppi processuali previsti con l’interrogatorio di garanzia per i tre indagati, alla luce delle nuove disposizioni introdotte dalla cosiddetta “riforma Nordio”. Al termine delle audizioni, potrebbero essere disposte misure cautelari personali.
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